CONSIGLIO COMUNALE
Migranti, a Varese nessun centro di accoglienza
La linea dell’amministrazione è di non creare tendopoli, ma di distribuire le persone

Lavori pubblici ed emergenza migranti in apertura di consiglio comunale. Si sono concentrati su questi due temi gli interventi della seduta di questa sera, martedì 26 settembre, nel Salone Estense del Comune di Varese, dopo aver ricordato l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e osservato un minuto di silenzio.
DIMISSIONI DELL’ASSESSORE
Alla luce degli aggiornamenti sui lavori all’ex Caserma Garibaldi, il consigliere della Lega Stefano Angei, ha chiesto le dimissioni immediate dell’assessore ai Lavori pubblici, Andrea Civati. «Vorrei parlare stasera di un tema molto rilevante, per la nostra città, e che fa anche da cartina tornasole dell’operato di questa amministrazione, ovvero la gestione dei lavori pubblici - ha detto Angei - È tristemente noto come i numerosi cantieri avviati sin dal primo mandato Galimberti siano ancora oggi lontani dall’essere terminati». Angei ha citato, in cima alla lista, l’intervento alle stazioni. «Ricordiamo tutti come i consiglieri del Pd, nel primo mandato di Galimberti, sventolano entusiasti gli assegni a simboleggiare quei finanziamenti ottenuti dall’allora governo Renzi per il progetto stazioni - ha proseguito -Ecco di quell’immagine rimane oggi questa, quella del cartello in cantiere con data di fine lavori ormai superata, il 5 maggio 2022». E poi il cantiere dell’ex Caserma «da cui arrivano solo notizie nefaste, ovvero la chiusura imminente di via Spinelli, l’abbattimento dei cedri storici all’interno del cortile e il lievitare dei costi fino a 40 milioni di euro. Tanto basta fare una variazione del progetto e chi se ne ricorda più? Sono tristemente lontani i tempi della coppia Maroni-Fontana che avevano portato i quattrini a Varese per rifare Il Teatro, piazza Repubblica per renderla realmente una piazza viva, e non metterci un gabbiotto da 75mila euro spacciandolo per presidio della polizia locale, e la caserma stessa». Infine Angei ha toccato il tasto dolente del cantiere di largo Flaiano, «in merito al quale l’assessore Civati ha dichiarato che finirà a gennaio 2024 e che l’autostrada sarà riaperta a fine 2023. Cantiere che ha subito una variazione di recente: avete cambiato le travi, perché? - ha chiesto - I maligni dicono in gergo colloquiale «Hanno sbagliato le misure, magari non ci passava il treno». Interventi che non sono dettati da elementi imprevisti e non conoscibili come dite: l’inclinazione del sedime stradale di viale Borri e la presenza degli alberi, c’erano anche prima».
Angei ha quindi chiesto la testa dell’assessore: «Non siete affidabili. Per questo invito l’assessore Civati a scrivere due lettere di dimissioni irrevocabili ed immediatamente efficaci. La prima datata 31/10/2023 nel caso in cui l’autostrada non sarà riaperta completamente, visto che l’ordinanza di Anas prevede questo termine. L’altra datata 31/01/2024 nel caso in cui il cantiere non sia completamente terminato».
QUESTIONE MIGRANTI
Sono 360 i richiedenti asilo presenti nel Comune di Varese. Tantissimi rispetto a quelli di Gallarate (49) e Busto Arsizio (solo 10). Una situazione preoccupante, per cui il sindaco Galimberti ha voluto fare un focus sul tema prima di passare alla discussione dei punti all’ordine del giorno del consiglio comunale. «Qualche settimana fa ho lanciato l’ipotesi di una sorta di armistizio politico - ha detto il sindaco -, poiché sempre più questa questione interessa i livelli locali di amministrazione, a prescindere da chi governa. Credo che ci debba essere la consapevolezza che le politiche legate all’accoglienza si debbano fare in maniera condivisa e partecipata e senza l’utilizzo di facili slogan che alla prova del governo si sciolgono». Il modello Varese di gestione dei migranti è quello «dell’accoglienza diffusa - ha sottolineato - Cerchiamo quindi di evitare la concentrazione di migranti nello stesso posto attraverso l’allestimento di tendopoli temporanee. E contiamo sul coinvolgimento del terzo settore, molto vivace a Varese e che sa come operare a contatto con questo tipo di realtà». In provincia stiamo parlando di 1.100 richiedenti con una disponibilità ad accogliere da parte di sole 26 amministrazioni. «Se ci fosse un ulteriore bisogno di accogliere, sarebbe gestito in assoluta tranquillità ma auspichiamo in una condivisione di natura politica senza far diventare questi temi elementi di scontro».
Nessun centro di accoglienza sarà creato a Varese. Il Comune, anzi, sta cercando partner per proposte progettuali di “promozione dell’autonomia sociale ed economica dei rifugiati”. È questo il contenuto dell’avviso pubblico pubblicato sull’albo pretorio del Comune di Varese, attraverso cui Palazzo Estense intende individuare dei soggetti che collaborino, nel triennio 2024-2026, all’attuazione di interventi legati ai servizi per l’abitare, per il lavoro, di supporto alla genitorialità e alla salute, di accompagnamento all’inserimento sociale, ma anche organizzino attività di potenziamento dei servizi di informazione e accompagnamento dei titolari di protezione e «attività di sensibilizzazione e coinvolgimento degli attori locali principalmente in ambito abitativo, nonché lavorativo ed educativo, e più in generale sociale, volte a favorire l’incontro tra la comunità locale, le opportunità territoriali e i destinatari del progetto». Per tali progetti, il Comune ha stimato un budget pari a 350mila euro, «che non prevede alcun cofinanziamento da parte dell’ente, salvo eventuale valorizzazione del personale impiegato nella governance e controllo del progetto».
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