L’INDAGINE
Passeggeri sull’auto killer
Omicidio Belardinelli, cinque testimoni sentiti in Questura. Il pm: «Attività proficua»

Per un indagato che si è avvalso della facoltà di non rispondere, ci sono stati altri cinque testimoni che invece non hanno avuto remore a rispondere alle domande della Procura di Milano.
Il contenuto degli interrogatori ai quali sono stati sottoposti i tre passeggeri della Renault Kadjar fortemente indiziata di aver investito l’ultrà di Morazzone, Daniele Belardinelli la sera degli scontri di via Novara del 26 dicembre scorso e di un paio delle loro fidanzate è ovviamente coperto da segreto istruttorio.
Tuttavia, il magistrato che li ha “diretti”, il pm Rosaria Stagnaro, ha giudicato come «proficua» la giornata di interrogatori effettuati in Questura in via Fatebenefratelli a Milano.
Ora, le singole dichiarazioni saranno confrontate l’una con l’altra. Dopodiché si confida di incrociare quanto appreso dai passeggeri dell’auto guidata da Fabio Manduca, il trentottenne tifoso napoletano attualmente indagato con altre 23 persone per rissa aggravata e omicidio volontario che ha invece scelto di non parlare, con gli esiti dei rilievi di cui è stata oggetto la sua auto da parte dei tre periti incaricati (con tanto di incidente probatorio) di trovare tracce che permettano di risalire al responsabile dell’investimento costato la vita al capo dei varesini Blood Honour.
Stando ai primi accertamenti effettuati alla presenza dei consulenti delle difese nel deposito napoletano nel Rione Sanità, sarebbero emersi segni compatibili con l’investimento proprio durante le verifiche sulla Renault.
Smontandone infatti la scocca, sarebbe stata riscontrata una deviazione nella struttura dell’asse anteriore del Kadjar, molto probabilmente dovuta a un urto. Inoltre, sarebbero stati identificati anche alcuni segni sotto la carrozzeria e, poi, su altre parti della carrozzeria tracce riconducibili forse al giubbotto che indossava quella sera Dede, morto a seguito dello schiacciamento del bacino avvenuto durante gli scontri tra ultrà che sarebbe stato innescato da un agguato preordinato dai supporter dell’Inter.
In Procura, a Milano, non hanno ovviamente gradito le uscite del difensore dell’indagato, l’avvocato Dario Cuomo, sulla presunta lesione del diritto della difesa di cui sarebbe stato vittima il suo assistito.
Lo stesso dicasi per l’esposto indirizzato al procuratore generale di Milano Roberto Alfonso.
Nel mirino del difensore l’accompagnamento coattivo a Milano per sottoporre a interrogatorio il tifoso alla guida della Renault Kadjar.
Indagato vincolato per legge da un obbligo - puntualizzano dalla Procura -, che in due precedenti circostanze non aveva risposto alla convocazione dei pm.
© Riproduzione Riservata