CAPOLAVORI
Milano, il genio visionario di Bosch
Mostra a Palazzo Reale dell’artista olandese. “Un altro Rinascimento”

Prima mostra milanese di sempre, a Palazzo Reale, dedicata al genio visionario di Jheronimus Bosch, tra i campioni assoluti dell’arte fiamminga.
Dell’artista olandese attivo tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento (1453-1516), e cioè in un mondo in bilico tra Medio Evo e Rinascimento, sarà proposto un percorso espositivo in un centinaio di opere d’arte tra dipinti, sculture, arazzi, incisioni, bronzetti e volumi antichi, inclusi una trentina di oggetti rari e preziosi.
Proprio perché così rari e preziosi, difficilmente i capolavori di Bosch lasciano i musei cui appartengono e ancora più raramente si ha la possibilità di vederli riuniti in un’unica esposizione.
Al via da domani, mercoledì 9 novembre, per proseguire fino al prossimo 12 marzo, la mostra “Bosch e un altro Rinascimento”, promossa dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Castello Sforzesco e realizzata da 24 Ore Cultura-Gruppo 24 Ore con il sostegno di Gruppo Unipol, porta avanti una tesi tanto inedita quanto affascinante: secondo i curatori, «Bosch rappresenta l’emblema di un “Rinascimento alternativo”, lontano dal Rinascimento governato dal mito della classicità, ed è la prova dell’esistenza di una pluralità di Rinascimenti, con centri artistici diffusi in tutta Europa».
La considerazione per l’opera di Bosch è stata sempre molto alta e la critica contemporanea lo ha considerato una fonte d’ispirazione per alcune correnti artistiche tra le più importanti della fine dell’Ottocento, come il simbolismo, e più tardi l’espressionismo tedesco e il movimento surrealista, nati agli inizi del Novecento. Notevole, sempre a seguire i curatori, «è stata anche l’influenza sulle teorie freudiane, tese verso la scoperta dell’inconscio, una dimensione interiore invisibile, ma presente in ognuno di noi». Ciò che ha influenzato queste correnti sono stati i temi delle sue opere: Bosch, infatti, si rifà a una dimensione che si nutre continuamente di simboli, provenienti dalla tradizione medievale, ma anche da miniature e satire del Quattrocento.
La scelta delle tematiche è dovuta all’atteggiamento dell’artista di condanna dei peccati, dal suo disprezzo verso la corruzione e quei vizi che rendono l’uomo un peccatore. Tutti i lavori di Bosch, un mix fatto di visioni oniriche e mondi curiosi, incendi, creature mostruose e figure fantastiche, sono molto complessi e densi di figure ed elementi la cui lettura e interpretazione richiedono sempre un grande impegno di osservazione e di studio. Sono tutte opere che attraggono il visitatore, «invitandolo ad una sfida ancora oggi densa di scoperte e novità».
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