IL LUTTO
Tomaso Bracco non ce l’ha fatta
Il nipote della imprenditrice farmaceutica Diana Bracco era rimasto ferito nell’incendio del suo appartamento in via della Spiga a Milano

Tomaso Renoldi Bracco non ce l’ha fatta. Il cinquantunenne, ricoverato da due giorni al Niguarda, è morto ieri pomeriggio, domenica 13 marzo, a causa delle gravissime ustioni riportare nell’incendio scoppiato venerdì scorso nel suo appartamento in via della Spiga, a Milano. Le indagini faranno luce su quanto è accaduto, anche se tutto lascia pensare che si sia trattato di un incidente domestico.
FIAMME AL MATTINO
Ex gallerista ed esperto d’arte contemporanea, l’uomo era nipote dell’imprenditrice farmaceutica Diana Bracco, ex presidente di Expo 2015, oltre che ad e presidente dell’omonimo gruppo farmaceutico. Tomaso era membro, tra l’altro, del consiglio di indirizzo della Fondazione Bracco.
L’incendio è scoppiato l’11 marzo poco prima delle dieci del mattino. Fiamme, secondo le prime ricostruzioni, provocate da una sigaretta. Ma sulle cause del rogo saranno decisivi i sopralluoghi degli specialisti del Nucleo investigativo anti-incendi dei vigili del fuoco, tornati anche ieri nell’appartamento tra via della Spiga e via Santo Spirito, cuore del cosiddetto Quadrilatero della Moda.
TRAPPOLA DI FUOCO
All’estero dell’appartamento il fumo aveva consigliato di evacuare i ragazzi di un vicino istituto scolastico. L’interno della casa, intanto, si era trasformato in una trappola di fuoco e calore “con temperature vicine ai 300 gradi” ed era stato già “miracoloso” riuscire a trarre fuori dall’appartamento il ferito, intossicato e incosciente, raggiunto dai vigili del fuoco nella sua camera da letto e portato a spalla fuori e poi a terra con un’autoscala. In casa, ma in mansarda, al momento del rogo erano presenti anche la domestica, una trentenne peruviana, e il cuoco, un uomo di 54 anni, dunque sopravvissuti all’incendio insieme al cane del padrone di casa.
CONDIZIONI SUBITO DISPERATE
Il quadro clinico di Tomaso Bracco era apparso da subito compromesso: in arresto cardiaco, colpito da una grave intossicazione da fumi e con ampie ustioni sul corpo, era stato rianimato dai medici del 118 e portato d’urgenza al centro Grandi ustionati dell’ospedale Niguarda. Dove ieri pomeriggio è morto.
© Riproduzione Riservata