MILANO
Rifiuti illeciti, l’inchiesta tocca Arcisate
Operazione dei carabinieri con le autorità tedesche: 14 arresti, in carcere l’ex patron del Novara Calcio. Coinvolto un impianto in Valceresio

Sono quattordici gli arresti eseguiti dai carabinieri del Noe di Milano nell’ambito di un’inchiesta su un traffico europeo di rifiuti. Per sei degli indagati, tra i quali l’ex patron del Novara calcio, Maurizio Rullo, è stato disposto il carcere, per otto i domiciliari e per altri quattro l’obbligo di dimora. L’inchiesta è diretta dal procuratore aggiunto, a capo della Dda di Milano, Alessandra Dolci e dal pm Francesco De Tommasi. Coinvolto un impianto di Arcisate.
In Germania è aperto un procedimento per riciclaggio e le attività illecite erano proseguite dal 2017 fino almeno al 2021, quando Rullo e un altro indagato decisero di mettere in liquidazione la Tm Commodities su cui era incentrato il sistema.
Si erano creati una “contabilità parallela” e un “sistema di reingresso in Italia dei capitali illeciti“, stando all’ordinanza di custodia cautelare, caratterizzato da “spericolate operazioni bancarie” che “non sono sfuggite all’attenzione degli operatori professionali e bancari in Germania“, tanto che appunto è aperta un’inchiesta per riciclaggio.
L’ACQUISTO DEL NOVARA CALCIO
Dall’ordinanza di custodia cautelare che ha portato agli arresti per il traffico illecito di rifiuti a livello europeo emerge che "il finanziamento per l'acquisizione del Novara calcio spa da parte di Rullo Maurizio", presidente del Cda dal maggio 2019 al 5 agosto 2022, ora in carcere con altri cinque, "sarebbe avvenuto impiegando il denaro proveniente dal traffico illecito di rifiuti ferrosi. Si tratta di 797.500 euro che - hanno ricostruito le indagini - da un conto corrente tedesco furono trasferiti su quelli della società di calcio con la causale "acquisto quote" e "finanziamento soci". Su quel conto corrente, intestato a una società di Rullo, "iniziavano già a confluire dal 2016 i proventi illeciti".
QUOTE SEQUESTRATE
Il sequestro di 90 milioni disposto dal gip di Milano nell’ambito dell'operazione in corso in Lombardia, Piemonte e Calabria e in Germania riguarda somme che per gli investigatori erano solitamente reinvestiti nello stesso traffico illecito di rifiuti ma anche in altre attività lecite tra cui l’acquisto di quote di una società di calcio, appunto il Novara Calcio, società dichiarata fallita nel gennaio di quest’anno. L’operazione rientra nell’ambito di un "Action Day" coordinato da Eurojust per i profili internazionali, con il supporto di Europol, ed è condotta congiuntamente dal Gruppo Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Transizione Ecologica di Milano e dell’Ufficio Federale di Polizia Criminale (BKA) di Monaco di Baviera (Germania).
L’IMPIANTO DI ARCISATE
Nel comunicato diffuso dai carabinieri, si legge anche: «Nel dettaglio, tra gennaio 2020 e marzo 2021, circa 6.500 tonnellate di rifiuti provenienti dal trattamento e recupero di cavi impregnati di olio, di catrame di carbone o di altre sostanze pericolose sarebbero stati ritirati da un impianto di trattamento rifiuti situato nel comune di Arcisate e classificati fraudolentemente come “non pericolosi” (plastica e gomma), senza aver eseguito le prescritte analisi ovvero utilizzando certificati d'analisi falsi, al fine di farli rientrare nella c.d. "Lista verde", allo scopo di aggirare la procedura (più onerosa dal punto di vista documentale ed economico) di notifica ed autorizzazione preventive scritte prevista dall’art. 4 e segg. del Regolamento (CE) 1013/06». E ancora: sono stati raccolti «gravi indizi relativi all’esistenza di un’associazione per delinquere» il cui promotore è «un 56enne originario di Locri titolare di imprese operanti in Italia e all’estero attraverso un’azienda di recupero, trattamento e commercio di metalli ferrosi con sede legale in Milano e sedi operative in Cressa (nel Novarese Ndr), Paderno Dugnano e Dairago, ed una società con sede legale a Torino».
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