LA SCOSSA
Monate, terremoto nel lago. Ma nessuno l’ha sentito
Registrato in profondità nella notte del 18 giugno. È l’unico sisma locale del 2023 presente nel bollettino dell’Ingv

Era una bella serata di giugno, di certo qualcuno stava passeggiando lungo le sue sponde o bevendo un drink nei locali che vi si affacciano, il cielo era sereno e l’estate ormai alle porte quando a 24 chilometri sotto la superficie del lago di Monate una massa rocciosa si è rotta provocando un terremoto. Nessuno, tra un bicchiere di vino e una chiacchiera con gli amici, se n’è accorto perché l’energia sprigionata dall’evento è stata solo di magnitudo 1.8, troppo debole perché potesse essere avvertita dall’uomo. Ma per i sismografi è stata più che sufficiente per far finire il sisma del 18 giugno scorso avvenuto alle ore 21.56 e 32 secondi nelle profondità rocciose del piccolo specchio d’acqua nella lista dei terremoti che hanno colpito l’Italia durante il 2023.
All’inizio di ogni anno l’Ingv, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, comunica l’elenco dei sismi che hanno interessato la Penisola nei dodici mesi precedenti e dal report appena divulgato dall’ente di ricerca risulta che la nostra provincia è stata interessata da un unico caso, proprio quello che ha “scosso” il lago di Monate.
E visto che in Italia i terremoti registrati nel 2023 sono stati 16.307 con una media di 44 al giorno - quasi uno ogni 30 minuti - la provincia di Varese con un solo episodio registrato nell’ultimo anno e nessun evento tellurico nei precedenti due (2022 e 2021) può tirare un sospiro di sollievo. Per le sue caratteristiche tettoniche stabili attestate da un lungo monitoraggio da parte dei sismografi, il territorio prealpino è inserito, infatti, nella Zona 4, nomenclatura predisposta dalla Protezione Civile che indica quei siti dove la pericolosità e la possibilità di danni sismici sono molto basse. Come noi la Sardegna, la Puglia meridionale, il Piemonte Orientale e il Trentino-Alto Adige.
Questo non significa che la nostra zona, così come le altre elencate, siano immuni ma semplicemente che il rischio è basso. E non vuol dire nemmeno che non possa succedere di avvertire scosse generate da fonti lontane, più o meno forti, che si propagano arrivando fino qui: come è capitato il 18 dicembre del 2021 quando un “botto” di magnitudo 4.4 ha colpito Bergamo alle ore 11.34 e, con ipocentro a 26 chilometri di profondità, è stato sentito in tutta la Lombardia. O come per il devastante colpo che colpì il Friuli il 6 maggio del 1976: fu calcolata una magnitudo di 6.5 che uccise 990 persone, distrusse 18.000 case e rase al suolo 45 paesi. Si sentì il suo “boato” in tutto il nord Italia, anche da noi. E proprio da qui poco dopo i primi concitati momenti partirono molti volontari per dare una mano a scavare, a portare aiuti e generi di conforto, tanto che a Trasaghis, uno dei comuni più colpiti, esistono strade intitolate ad Albizzate e a Sesto Calende. Da Varese partì anche Giuseppe Zamberletti, considerato il padre della Protezione civile italiana, che venne incaricato del coordinamento dei soccorsi dal Governo e che con successo rimise in piedi il Friuli.
Insomma, un’isola felice la nostra che sente e risuona insieme a tutta la Penisola.
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