CASTELLANZA
Giancarlo Pozzi: 80 anni in 100 opere di luce

Una mostra che onora una vita per l’arte, quella di Giancarlo Pozzi. Ed è l’intera sua città, Castellanza, a rendergli omaggio per i suoi 80 anni con la mostra «Come forme di luce...» che si è da poco inaugurata a Villa Pomini. E lui ricambia offrendo alla visione del pubblico oltre 100 opere, in parte realizzate per l’occasione: i suoi ottant’anni e i duecento di Villa Brambilla, oggi sede del Comune, promotore dell’iniziativa.
Incontriamo l’artista nello studio affollato dalle opere che vanno in mostra nei tre piani della Villa. Al piano superiore, una trentina di incisioni di vari periodi svelano da subito l’animo creativo di Pozzi: togliere i veli della memoria e dell’attualità «ricorrendo alla potenza evocativa della poesia, della natura e dei viaggi, che da sempre mi ispirano», ci dice l’artista.
Acqueforti, acquetinte e altre tecniche incisorie donano al foglio esiti di una liricità inconfondibile, come la serie «La terra tradita», da una sezione del «Canto Generale» di Pablo Neruda oggi più che mai attuale. E poi i libri d’artista: esemplari unici o multipli, fogli incisi, inserti materici, rilievi che trasformano in visione la profondità del volo lirico (a fianco di Neruda poeti quali Sanesi, Cavallo, Carrieri, Tagore e tanti altri).
Su carte e tele germogliano «sequenze di forme e figurazioni, esplosioni nello spazio, metafore tematiche, azzardi dinamici, spunti narrativi e visionari che affluiscono in un’unica volontà creativa: dare al colore e al disegno un’energia luminosa...», scrive Luigi Cavallo.
Nei saloni d’ingresso è di scena la pittura acrilica con la grande tela «...avrei voluto dire...», in cui cumuli di lettere dell’alfabeto e strisce di carta appese a filamenti volano via: parole non dette nel suo percorso di artista calcografo. E dal «Burattinaio» scendono fili capaci di muovere fantasmi umani, fragili strisce piegate su se stesse. Ma tutto rientra nel felice canto del poeta in opere quale il «Concerto d’aria», silente «luce musicata», o nelle otto tempere degli anni ’80, carte leggere, aquiloni di ragazzi, ali di farfalle.
Nel sotterraneo le sculture con i legni dell’orto di Giancarlo: semi scolpiti e appesi come antichi monili, «L’albero delle mele bacate», «La sedia del collezionista» sono solo alcune delle fantasie di Pozzi che, scrive Oretta Nicolini, prendono forma tridimensionale «come fiori come frutti».
Giancarlo Pozzi, «Come forme di luce...» - Castellanza, Villa Pomini, via Don Testori 14, fino 6 gennaio 2019 venerdì e sabato ore 15-19, domenica 10-12.30 e 15-19, ingresso libero, info 0331 526263; catalogo in mostra.
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