MOTTARONE
Stresa sogna un nuovo trenino
Vertice con il ministro per il dopo-funivia

Dei collegamenti alternativi alla funivia tra Stresa e il Mottarone si discuterà a giorni al Ministero delle Infrastrutture. L’ha rivelato il sindaco Marcella Severino, nel pomeriggio di sabato 10 luglio, durante la tavola rotonda sui trasporti organizzata nell’ambito di “Stresa Liberty”: «Ho ottenuto un appuntamento con il ministro Enrico Giovannini. Vediamo che cosa riusciamo a portare a casa. Cominciamo ad aprire un dialogo per vedere cosa sarà il futuro del collegamento Stresa-Mottarone». Sulle ipotesi che intende sottoporre al ministro, però, Severino mantiene il massimo riserbo: «Ho le mie idee, le mie proposte, ma prima di sondare l’eventuale disponibilità del ministro non dico nulla. Nel caso, sarò più precisa al mio ritorno».
Il sogno di Stresa, per ora soltanto tale, è quello di ricostruire la linea ferroviaria elettrica smantellata dopo l’ultima corsa del 1963. Tecnicamente, ha spiegato il professor Guido Lucarno dell’Università Cattolica di Milano, è possibile: «Il Mottarone potrebbe entrare in un sistema di ferrovie storiche europeo, in particolare nella vicina Svizzera. È una strada già intrapresa in altri Paesi, negli Stati Uniti e persino in Australia. Sarebbe un grande fattore d’attrazione soprattutto per il mercato turistico statunitense. È accertato inoltre che il turismo ferroviario ha una ricaduta più ampia sul territorio che attraversa».
Stresa, ha ricordato il docente della Cattolica, «è riuscita a prevalere su Baveno con la quale rivaleggiava dall’800 proprio grazie all’entrata in funzione del trenino a cremagliera».
Più abbordabile, sul piano dei costi, sarebbe il recupero di una locomotrice del trenino che Stresa vorrebbe collocare sul territorio cittadino, magari dove c’era la stazione di partenza per il Mottarone. Una strada già intrapresa con successo dall’Associazione Torinese Tram Storici per la quale è intervenuto Roberto Cambursano: «Oggi, sulla linea due della rete di Torino viaggiano 15 tram storici. Ne abbiamo anche due statici». Il trenino per ora rivive nel plastico realizzato da Ferdinando Franchini, allestito nel foyer del Palazzo dei congressi, molto ammirato dai visitatori. Tra gli ospiti della tavola rotonda anche il direttore della Navigazione Lago Maggiore Paolo Bianchi: «È importante ammodernare la flotta ma non bisogna dimenticare il passato. Mi riferisco al piroscafo “Piemonte”, realizzato nel 1904. Era nato come “Regina Madre” ma fu ribattezzato dopo la fine della seconda guerra mondiale. È un mezzo a cui teniamo molto, nonostante le difficoltà di manutenzione, per garantire il funzionamento del quale formiamo delle professionalità, i fuochisti, utilizzabili solo sul piroscafo».
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