DOPO LA STRAGE
Mottarone, «La gente è tornata»
Ma tra gli albergatori c’è chi medita di chiudere: poco lavoro

A due anni dalla tragedia, prevale il pessimismo tra gli operatori economici in vetta al Mottarone. Fabrizio Bertoletti, titolare dell’albergo ristorante Eden Mottarone, quello più vicino alla stazione a monte della funivia, medita l’abbandono: «Sto valutando se continuare oppure vendere. Resisto per motivi affettivi: la mia famiglia ha avviato l’attività cento anni fa e mi spiacerebbe se tutto finisse con la mia gestione. Ma l’anno scorso ho aperto solo a metà agosto e ho lavorato pochissimo. Tra le attività colpite noi siamo i più penalizzati. Lo scorso anno abbiamo incassato i ristori che ci hanno consentito di tirare avanti. Ma se non arrivano, al più presto, novità sul progetto di una nuova funivia non so proprio come proseguire. Per questo ho in corso contatti per cedere l’attività».
SOPRAVVIVENZA E OTTIMISMO
«Cerchiamo di sopravvivere», dichiara Massimo Baccolini, titolare della Casa della Neve, «sperando che arrivino novità positive sull’impianto che dovrebbe sostituire la Stresa- Mottarone. Certo in questi due anni abbiamo faticato. Non c’è nessun servizio sostitutivo di linea da Stresa, si arriva solo in auto. Se sono ottimista? Se non lo fossi non sarei qui a proseguire l’attività». Meno pessimista dei colleghi è Assia Lometti dell’albergo ristorante Miramonti: «Dell’assenza della funivia abbiamo risentito soprattutto a giugno 2021 anche per la pubblicità negativa generata dall’evento. Poi, a poco a poco, la gente è tornata. Lo scorso anno abbiamo registrato anche noi un aumento degli afflussi. Un po’ perché gli alberghi di Stresa, Baveno e delle altre località sul lago si sono organizzati con pulmini per i loro clienti che desideravano raggiungere il Mottarone. Un po’ perché ci sono anche altre attrattive, ad esempio il parco Avventura. La funivia, certo, era una possibilità in più di arrivare in vetta ma devo dire che noi abbiamo avuto sempre un’affluenza diversificata. La strada Borromea, in particolare, con le vedute panoramiche che garantisce costituisce un’ottima alternativa per chi si sposta in auto. Motociclisti e ciclisti arrivano dalla strada provinciale che sale dal Lago d’Orta».
FUORI DAL TURISMO GREEN
Per Alberto Ferraris, presidente della Pro Loco di Stresa, la mancanza per ora a tempo indeterminato della funivia costituisce «un problema serio dal quale non sappiamo come uscire». «Anche se non possiamo lamentarci di come è andata la scorsa stagione turistica», prosegue, «e la stagione 2023 s’annuncia ancora migliore, senza funivia rimaniamo tagliati fuori dal turismo green, all’aperto che costituisce un segmento di clientela in aumento e ci consentirebbe, da un lato, di abbassare l’età media e, dall’altro, di aumentare il periodo di permanenza che non va oltre i 2.3 giorni». Ferraris si riferisce agli appassionati di mountain bike che salivano fino all’Alpino e da lì, dove la pendenza era meno impegnativa, proseguivano fino in vetta per poi scendere verso il lago d’Orta. «Una clientela non giovanissima con una buona capacità di spesa, adatta alle nostre strutture ricettive, che non s’accontenta del servizio in hotel ma cerca delle alternative alle classiche mete sulla costa. Non rimpiangiamo certo», conclude Alberto Ferraris, «quei ciclisti che salivano al Mottarone per scendere a tutta velocità transitando anche su tratti della provinciale creando pericoli alla normale circolazione». L’assenza del collegamento tra li lido di Carciano e la stazione intermedia all’Alpino ha penalizzato anche il giardino Alpinia.
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