IL CASO
Mottarone, magistrato assolto. «Un gip generoso»
Le motivazioni del Csm per Donatella Banci Buonamici che si auto-assegnò il fascicolo sulla strage della funivia

«Fu un atto di generosa disponibilità farsi carico di un procedimento particolarmente complesso e delicato»: così il Csm descrive l’auto-assegnazione del giudice Donatella Banci Buonamici del fascicolo Mottarone. Sono state depositate ieri, giovedì 14 settembre, le motivazioni dell’assoluzione dello scorso 20 giugno per insussistenza dell’addebito disciplinare.
Le prime due contestazioni mosse all’attuale giudice della Corte d’appello di Milano, che all’epoca della tragedia della funivia (23 maggio 2021) era presidente della Sezione penale del Tribunale di Verbania erano di «grave inosservanza delle norme regolamentari» e di «comportamenti gravemente scorretti nei confronti delle parti o di altri magistrati». Nulla di tutto ciò. Anzi, il Csm mette in evidenza il quadro critico in cui versava allora l’ufficio: fu quella precarietà che portò a programmare - previo accordo con il presidente del tribunale Luigi Montefusco, che nel frattempo era in ferie e con la collega Annalisa Palomba, anche lei prossima alle ferie - la riassegnazione a del procedimento al giudice Banci.
Fu quindi una decisione presa «per assicurare la gestione adeguata del procedimento da parte dell’ufficio gip», si legge nelle motivazioni dell’assoluzione chiesta con determinazione dall’avvocato Davide Steccanella e dalla procura generale stessa.
Quanto ai successivi capi di incolpazione «ritiene questa sezione disciplinare assorbente il rilievo che, trattandosi di provvedimento di competenza del tribunale Montefusco e risultando da lui controfirmato, tutti i profili di responsabilità disciplinare siano riferibili esclusivamente al dirigente dell’ufficio».
Ciò che accadde dopo il 23 maggio del 2021 è noto: il procuratore capo Olimpia Bossi dispose il fermo dei tre presunti responsabili del cedimento della funivia e quindi dei quattordici morti. Il gip Banci Buonamici però non convalidò i fermi, scarcerò e dispose i domiciliari per il capo servizio.
L’indomani il procuratore, rispondendo ai giornalisti, si mostrò contrariata dalla decisione e commentò: «Vorrà dire che non prenderò più il caffè con il gip». E così scoppiò la polemica, le camere penali proclamarono addirittura uno sciopero a sostegno del giudice Banci. «Un gip che non aveva accolto le richieste della procura è stato sostituito tre giorni dopo da un presidente del tribunale che aveva appena finito di elogiarne l’operato», ha sostenuto l’avvocato Steccanella davanti al Csm.
«I fermi, tra l’altro per un reato colposo, arrivano nella notte. Il gip che si assegna il provvedimento fa una corsa contro il tempo per garantire l’interrogatorio entro i termini, il presidente non c’è e Banci lo sostituisce. Il presidente rientra dalle vacanze e loda pubblicamente il gip per l’equilibrio, il giorno dopo viene fatta richiesta di incidente probatorio, il presidente le chiede di non accoglierlo, ma non ci sono motivi, il presidente quindi le toglie il fascicolo. Si scopre poi che nel frattempo il presidente riceve una mail dal procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, che sindaca il comportamento di un pm e di un giudice di altro tribunale, dicendosi allibito dal “casino” successo “non attribuibile alla procura”. Ma scherziamo? La verità è che se Banci avesse accolto la richiesta cautelare della procura oggi non saremmo qui», ha concluso Steccanella. E il Csm non gli ha dato torto.
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