L’OPERAZIONE
Sgominato il racket della ‘ndrina Gioffrè nel Saronnese
Calcestruzzo e aste immobiliari, carabinieri in azione dall’alba dopo 5 anni di indagini dell’antimafia: 11 misure cautelari

Smantellato il racket del calcestruzzo e delle aste immobiliari nel Saronnese legato alla ’ndrina Gioffré di Seminara dopo 5 anni di indagini dell’antimafia. Dalle prime ore di questa mattina 25 luglio, i carabinieri della compagnia di Saronno sono impegnati nell’esecuzione di 11 misure cautelari tra arresti in carcere e ai domiciliari, divieti di dimora e obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. L’inchiesta è iniziata con l’incendio delle auto del Comune di Saronno e a firmare le ordinanze delle misure cautelari è stato il gip del Tribunale di Milano su richiesta della Direzione distrettuale antimafia coordinato dal procuratore della Repubblica di Milano Alessandra Dolci. È l’epilogo di una lunga e complessa indagine condotta dal nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Saronno con la Dia del capoluogo che ha disposto l’arresto in carcere di 5 indagati, un arresto ai domiciliari, due avranno il divieto di dimora nella provincia di Varese e tre dovranno presentarsi alla polizia giudiziaria.
GLI INCENDI
Quasi cinque anni di indagini iniziate dopo che la notte del 13 settembre a Saronno era stato appiccato l’incendio a sei auto di proprietà dell’amministrazione comunale. Pur non avendo individuato i responsabili i carabinieri della compagnia di Saronno hanno fatto luce sullo scenario in cui è accaduto l’episodio: minacce e forte violenza, atti messi in atto da diversi soggetti che avevano interesse economico e stabilmente inseriti nel tessuto imprenditoriale di Saronno, Cislago e Gerenzano e, alcuni di loro, originari di Reggio Calabria e legati a esponenti delle famiglie della ‘ndrnagheta. Secondo l’impostazione accusatoria che dovrà essere vagliata durante il processo, gli episodi si sono verificati proprio secondo la metodologia propriamente mafiosa senza scrupoli e con pestaggi. Come quello del 2019 ai danni del titolare di un’impresa concorrente. «Attendo che non ti salta per aria quella betopompa la, che prende fuoco», minacciavano. «Non ci vuole niente che prende fuoco sotto l’impianto» e ancora «Ti brucia la pompa e l’impianto, porco cane».
LE ASTE IMMOBILIARI A BUSTO ARSIZIO
Gli episodi raccolti a livello indiziario raccontano di analoghe dinamiche emerse nel corso di aste immobiliari disposte al tribunale di Busto Arsizio. Quando le procedure riguardavano gli immobili pignorati ad appartenenti dello stesso sodalizio criminale, durante il sopralluogo di eventuali acquirenti questi ultimi ricevevano minacce e avvertimenti minatori espliciti e in mondo spavaldo in modo da fare desistere dall’acquisto.
IL PIZZO
Sempre a livello investigativo che dovrà passare il vaglio processuale, sono stati accertati atti intimidatori altri imprenditori locali . I titolari di un commercio di autovetture di Saronno hanno dovuto consegnare agli indagati oltre 60mila euro di fronte a un credito inesistente e creato ad arte. Erano stati minacciati con una pistola alla nuca e il danneggiamento di arredi.
GLI ARRESTI
Dei cinque destinatari della misura cautelare in carcere, quattro sono stati portati a Busto Arsizio e uno localizzato in Calabria dove si era trasferito per le vacanze è stato portato al carcere di Palmi. Sono tutti a disposizione dell’autorità giudiziaria che dovrà eseguire gli interrogatori di garanzia.
FAIDA DI SEMINARA
La ‘ndrina Gioffré è una delle famiglie coinvolte nella faida di Seminara. tra le ‘ndrine dei Gioffrè e dei Pellegrino a Seminara in provincia di Reggio Calabria tra il 1971 ed il 1976 con 16 morti e 26 feriti.
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