RITO ABBREVIATO
‘Ndrangheta sui binari, chieste 14 condanne
Sono le richieste al processo nato dall’inchiesta della Guardia di Finanza di Varese

Richieste di condanna fino a otto anni di carcere per i 14 imputati arrestati lo scorso febbraio nell’ambito dell’inchiesta della Guardia di Finanza di Varese, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, che ha portato alla luce presunte infiltrazioni delle famiglie vicine alle cosche di ‘ndrangheta dell’area di Isola di Capo Rizzuto sui lavori della rete ferroviaria italiana.
L’inchiesta ha preso le mosse da accertamenti fiscali condotti dalle Fiamme Gialle varesine su una ditta di Brebbia, Marta Costruzioni, dichiarata fallita nel dicembre 2019. Accertamenti avviati dopo che la banca dati del Sistema Informativo Valutario, un’autentica miniera su operazioni finanziarie anomale, aveva rivelato che, tra il 2013 e il 2015, la società aveva «eseguito operazioni attive per circa sei milioni di euro».
Tra le figure di spicco del processo in abbreviato in svolgimento davanti al gup Luca Milanici figurano i quattro fratelli calabresi Aloisio, due dei quali, Maurizio e Antonio, risultano essere residenti a Gemonio. Al temine della requisitoria nell’aula bunker di Ponte Lambro a Milano, il pm Bruna Albertini ha chiesto proprio per loro due le condanne più pesanti: otto anni per Maurizio e sette anni e dieci mesi per Antonio. Quest’ultimo, difeso dall’avvocato varesino Fulvio Dagnoni, è ritenuto come uno dei promotori e organizzatori dell’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di molteplici reati tributari (tra gli altri, emissione ed annotazione di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, distacco a freddo della manodopera, compensazioni di debiti erariali e contributi previdenziali con falsi crediti Iva) e altrettanti di bancarotta fraudolenta. Imputazioni sulle quali pesa anche l’aggravante dell’agevolazione mafiosa.
Il pm Albertini, oltre a puntare l’indice contro il presunto sistema messo in piedi con le società riconducibili ai fratelli Aloisio, che sarebbe stato basato sulla sistematica evasione fiscale e realizzato attraverso un tourbillon di aperture e di chiusure di ditte funzionali all’acquisizione delle commesse, contesta all’associazione anche la contiguità alla ‘ndrina Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto.
Tra le altre richieste di condanna, il pm Albertini ha proposto sei anni e 10 mesi per gli altri due fratelli Aloisio, Alfonso e Francesco; sei anni per la nipote Antonella Petrocca; e cinque anni per Angelo Mancuso.
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