IL PROGRAMMA
«Fare, decidere, costruire»: Cattaneo coniuga il verbo di Noi Moderati
Il varesino, sottosegretario regionale alla presidenza, di ritorno dall’assemblea generale: sì al Ponte, sì al nucleare
«Noi Moderati fa parte a pieno titolo della coalizione di centrodestra, rappresenta la componente moderata e di matrice cattolica ed è un partner rispettato», rivendica Raffaele Cattaneo, sottosegretario regionale alla Presidenza, nonché tra i fondatori del partito nato due anni e fa e guidato dall’ex ministro Maurizio Lupi, di ritorno da una tre giorni di assemblea generale tenutasi a Roma lo scorso fine settimana.
«Lo testimoniano le presenze ai massimi livelli alla nostra assise, a cominciare dalla premier Giorgia Meloni e dai vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani. In collegamento abbiamo avuto anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, a cui Noi Moderati ha chiesto di migliorare le misure per le famiglie, gli aiuti su libri scolastici e scuole paritarie».
A detta di Cattaneo, il suo partito è in costante crescita. A livello nazionale, ma anche in provincia di Varese, dove al momento esprime due sindaci: il venegonese Mattia Premazzi, che è anche l’attuale coordinatore provinciale, e il casoratese Dimitri Cassani: «Nelle 11 regioni in cui si è votato tra il 2024 e quest’anno Noi Moderati ha avuto circa 288mila voti su oltre 10 milioni e mezzo complessivi. Significa che siamo quasi al 3%. Mi fido di più del voto dei cittadini che non quello dei sondaggi, che invece dicono siamo allo 0,9%», analizza Cattaneo.
Con chi c’è maggiore feeling
nel centrodestra?
«Premesso che il legame più forte è con Forza Italia, che fa parte della stessa famiglia dei Popolari in Europa, mi ha colpito favorevolmente il rispetto e la considerazione portata nei nostri confronti da Giorgia Meloni, che ha detto rivedere la sua storia nella nostra esperienza e che ha detto che ammira chi ha coraggio di portare avanti le proprie idee e i propri principi. Ma mi è piaciuto anche Salvini che ha ribadito l’importanza della libertà di educazione e della centralità della famiglia».
La vostra posizione sul ponte sullo Stretto, sul nucleare e il Referendum della magistratura/giustizia?
«I nostri verbi chiave sono tre: fare, decidere e costruire. Noi siamo dalla parte di coloro che vogliono fare le cose e contro quelli che dicono sempre di no. Siamo convintamente nella coalizione di centrodestra per cui ci assumiamo la responsabilità delle scelte e diciamo sì sia al ponte sia al nucleare. Ma lo sapete che 60 anni fa “L’Unità” scriveva che l’Autostrada del Sole non l’avrebbe mai presa nessuno? Inoltre, Noi Moderati è l’unico partito della maggioranza che per il momento ha lanciato il proprio comitato per il sì al referendum sulla riforma. Sì alla separazione delle carriere, per fare in modo che il magistrato giudice sia realmente terzo; sì ai due Csm per evitare che la magistratura sia strumentalizzata dalle correnti; e sì alla certezza dell’azione disciplinare per mettere fine ai troppi casi di malagiustizia».
Attilio Fontana ha di recente detto che la presidenza della Lombardia deve rimanere alla Lega, che ne pensa?
«All’interno della coalizione è normale che ognuno abbia le sue aspettative. Oggi è prematuro decidere, ma sono certo che, come avviene nel centrodestra da 30 anni, si riuscirà a fare sintesi al nostro interno». Considerazioni finali sulle voci di riforma elettorale… «A noi va bene un sistema proporzionale con premio di maggioranza, ma con ritorno alle preferenze e soprattutto zero sbarramenti».
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