CATTIVE ABITUDINI
«Non date pane, pastasciutta e pizza ai cigni»
Gli esperti lanciano l’allarme, ma il divieto è ignorato nonostante si faccia il male degli animali

Capita spesso sul lungolago di vedere persone che gettano cibo agli uccelli acquatici, nonostante la presenza di due cartelli di divieto. Questa brutta abitudine non si limita a Gavirate, ma interessa anche le rive di altri comuni.
PIZZA E PASTASCIUTTA
Molte persone pensano così di compiere un’azione positiva. Giungono anche con borse piene di pane secco, a cui in alcuni casi aggiungono persino pastasciutta e pizza. Sono felici quando i cigni, che arrivano per primi - essendo la loro natura più aggressiva rispetto a quella delle anatre e delle folaghe - mangiano a sazietà. Non sanno che non c’è nulla per cui sentirsi soddisfatti, in quanto il loro gesto è deleterio per gli stessi animali che sono abituati a mangiare cibo vegetale, come le alghe.
DIETA SENZA PANE
Il pane sbilancia la loro dieta, poiché provoca un senso di sazietà e di conseguenza gli animali non si nutrono più delle necessarie proteine, vitamine e minerali.
«La continua somministrazione di pane secco, per come è conformato il loro stomaco, porta a un peggioramento nutrizionale che a lungo andare degenera - spiega Adriano Martinoli, docente di zoologia e conservazione della fauna all’Università dell’Insubria - Ci sono anche altri aspetti da cogliere: innanzitutto coloro che compiono simili gesti scelgono punti della riva che solitamente non cambiano, in modo che gli uccelli non cercano più il cibo in quanto sanno che lì lo trovano. La loro è una presa di coscienza collettiva. Quindi, alterano il loro comportamento».
«NON FATE COSÌ»
Il professore spiega che questo centro di attrazione anomalo li distrae dalle normali attività che svolgono in natura e altera la loro capacità di cercare il cibo. Usa una metafora: è come se un goloso avesse di fronte a casa sua una pasticceria, cambierebbe parecchie sue abitudini per poterci entrare.
C’è un altro aspetto negativo da cogliere nell’aggregazione per accaparrarsi il cibo: oltre a condurre a liti, c’è il rischio di contagio con la trasmissione di malattie. «È una visione antropocentrica, quella di chi dà il cibo a cigni e anatre - conclude Martinoli - Con questo gesto traggono piacere per loro stessi. In seguito si disinteressano di quello che succede».
Della stessa opinione è l’ornitologo Piergiorgio Zanetti: «Gli uccelli devono vivere arrangiandosi da soli. Sono selvatici e tali devono rimanere, non necessitano della pastura di massa». Pastura che è assolutamente deleteria per i piccoli, in quanto il pane, scendendo nel loro stomaco, si gonfia.
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