IL CASO POLITICO
Nord al centro. Ora o mai più
L’analisi del direttore della Prealpina, Silvestro Pascarella. «Messaggio a Meloni»

Ecco l’analisi del direttore di Prealpina, Silvestro Pascarella, sulle frizioni tra la Lega, o parte della Lega, e Vannacci. E sulla questione del Nord.
«Ha alzato i toni Attilio Fontana perché si sta innervosendo. Ha pronunciato una frase non da lui – abituati al suo aplomb istituzionale – per il semplice motivo che ne ha piene le tasche. Ma di cosa? Semplice: dei personalismi, delle prime donne (e dei primi uomini) che usano la Lega come un pullman per arrivare chissà dove. Ce ne sono tanti adesso e ce ne sono stati molti anche in passato».
«Bossi li sgamava subito a “naso”, considerato il suo straordinario fiuto politico. La salvinizzazione del partito, invece, ha creato dei mostri, anche se il leader non lo ammetterà mai. Lo scopo è stato duplice? 1) Garantire voti (il caso di Vannacci alle Europee è emblematico); 2) attorniarsi di una schiera di personaggi non sempre scelti tra i migliori. In questo meccanismo ci hanno lasciato le penne (in termini politici, sia chiaro) molti ottimi amministratori e capaci politici. Ed ora la Lega è questa».
«Ma Fontana non si arrende. Può perdere le staffe in una frase ma ha ben chiaro lo scopo ultimo del suo partito. Che è quello della tutela del Nord, del rispetto dell’autonomia. Parliamo di questo – vorrebbe gridare – non delle mille beghe e delle miriadi di ambizioni (e carriere) dei singoli.
Da un po’ di tempo si percepisce dentro la Lega il classico atteggiamento da assalto alla diligenza. Sono in troppi a volere posti che spesso non ci sono. E finiscono per fare il male loro e quello del partito».
«Esagerano con l’esposizione social, finiscono per mandare messaggi controproducenti per un Carroccio che già perde colpi a Roma. Invece, l’appello di Fontana è chiaro e semplice: l’ha detto al Foglio un paio di settimane fa e noi l’abbiamo ripreso sulla Prealpina del 22 agosto: Nord al centro, ripartendo dalle regioni. Capito Vannacci. E capito, soprattutto, Meloni?»
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