NUOTO
Martinenghi, l’infortunio non dà tregua
La partecipazione ai Campionati Europei è a rischio

Nicolò Martinenghi deve rimanere ai box. È questo il responso della risonanza magnetica che il talentuoso ranista tesserato per il Nuoto Club Brebbia ha effettuato venerdì scorso e che ieri è stata letta a Milano dal dottor Herbert Schonhuber. L’azzatese, campione mondiale ed europeo juniores in carica nei 100 rana, nonché detentore del record italiano sempre nei 100 rana, soffre da vari mesi di un dolore causato dalla frattura da stress dell’osso pubico sinistro che, acutizzandosi, da dicembre ad oggi l’ha costretto a rinunciare a tutte le gare e a seguire una specifica terapia d’onde d’urto. Il via libera per il ritorno alle competizioni non c’è stato e il suo recupero continuerà anche nelle prossime settimane, in una forma, se si vuole, ancora più intensa. «La situazione non è drastica, ma non è migliorata granché rispetto all’ultima risonanza magnetica effettuata – spiega Tete -. I medici mi hanno dunque consigliato di sottopormi ad una cura d’onde d’urto più potenti rispetto a quelle che ho già fatto. In pratica, creeranno altre micro fratture vicine a quella che ho già, un procedimento che porta all’aumento dell’attività metabolica intorno all’area interessata e stimola il processo di guarigione. Inizierò a breve, probabilmente settimana prossima avrò la prima delle due o tre sedute previste presso l’Humanitas di Milano». Il suo rientro all’attività agonistica inevitabilmente slitta. Dopo aver rinunciato all’Acquarena Cup in programma lo scorso weekend a Bressanone, è molto probabile che non sia ai blocchi di partenza nemmeno al Sette Colli di Roma (29 giugno-1° luglio) e un punto di domanda sembra esserci anche sulla sua presenza agli Europei di Glasgow (3-9 agosto). «Il pericolo di saltare l’appuntamento continentale c’è; mi dispiacerebbe molto, ma non sarebbe una tragedia – continua Martinenghi -. Sono una persona ottimista, cerco sempre di guardare il bicchiere mezzo pieno e sono sicuro di avere altre possibilità nei prossimi anni. In questo momento il mio unico obiettivo è tornare in acqua appena possibile e non trascinarmi questo problema per altro tempo». Il male che l’allievo di coach Marco Pedoja avverte non è fortunatamente più così intenso come in precedenza e, oltre a sottoporsi alle cure, deve avere pazienza e aspettare che il tempo guarisca le ferite, proprio letteralmente: «Ora riesco a muovermi molto meglio e non avverto dolore non solo durante gli allenamenti ma anche nella mia vita fuori dall’acqua. Mi sento meglio e questo mi aiuta a guardare con positività al futuro, nonostante non sia un periodo facile». E su questo il 18enne aggiunge con grande maturità: «Questi mesi sono stati e in parte sono tuttora complicati. Vengo da annate giovanili in cui sembrava tutto semplice; i risultati arrivavano e il mio mondo mi pareva una grande isola felice. La frattura da stress mi ha invece costretto a fermarmi, a pensare e a capire che gli ostacoli che la vita pone davanti possono essere superati. Una chiave sta nel non sprecare energie nell’abbattersi ed è ciò che ho fatto dopo un inizio duro. Sono cresciuto e sto vivendo questa situazione come un’esperienza da cui imparare». L’appoggio della famiglia e di coach Pedoja, per altro, non sono mai mancati: «Le pressioni dall’esterno ci sono e penso sia inevitabile soprattutto per un atleta, ma so come gestirle. I miei genitori e il mio allenatore sono presenti e mi infondono tranquillità, quello di cui ho bisogno ora». Così, in attesa di tornare alle gare, Martinenghi continua ad allenarsi tutti i pomeriggi alla piscina di Brebbia e strizza l’occhio alla patente e agli ultimi giorni di scuola al Liceo Pantani. «Ho superato l’esame di teoria e a breve avrò quello di pratica. Inoltre, devo mettermi a studiare perché presto sosterrò la maturità; se tutto va bene l’esame orale è fissato per il 28 giugno. Poi il nuoto sarà il mio lavoro, il nuotatore è quello che voglio fare da grande e credo di essere pronto per il salto. Nonostante ciò, mi piacerebbe frequentare l’università, anche se non ho ancora deciso quale facoltà».
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