TRADIZIONI
Oggi è il giorno dei bruscitti
Esauriti 300 posti alla festa del Magistero, tanti li cucineranno a casa: «Ce li gusteremo in migliaia»

Oggi la città celebra il Bruscitti Day. Anzi, a dirla alla bustocca, celebra Ul Dì di Bruscitti, giorno ormai tradizionale (ufficialmente istituito dal 2013 al primo giovedì “utile” di novembre) in cui si invitano tutti a servire in tavola la pietanza tipica del territorio, quella elaborata nell’antica realtà contadina e adesso riproposta nel puro segno di una tradizione che mette assieme la cucina a una storia di cultura identitaria.
Nell’immensa tavolata allestita per stasera alla sala gemella del Museo del Tessile, prenderanno posto in quasi 300 per gustare la ricetta originale bustocca nella maxi-cena organizzata dal Magistero dei Bruscitti. «A un centinaio di altre persone abbiamo purtroppo dovuto dire di no, perché non ci stavano più», spiega il gran maestro Antonio Colombo. «Già stiamo pensando a come trovare una location più capiente per l’anno prossimo, visto il riscontro notevole dell’evento».
In ogni caso, anche a chi non potrà accedere agli spazi di via Volta è stata consegnata la ricetta originale. «Ce l’hanno chiesta in tanti, in modo da preparare a casa la pietanza nella maniera vera dei nostri avi». La qual cosa, descrive Colombo, «significa tenere a mente alcune peculiarità, due in particolare. La prima è che i bruscitti si fanno con quattro tipi di carne di una manza già adulta - ovvero tampetto, fustello, reale e cappello del prete - da tagliare rigorosamente a coltello. Secondo elemento fondamentale è che l’unico profumo consentito da aggiungere al piatto sono i semi di finocchio. Il resto sono varianti magari anche buone per il palato, ma che tuttavia tradiscono la storia di questa preparazione».
Di certo non subiranno “sviste” i convitati della festa al Tessile, che avranno a disposizione i maestri del settore: il cuoco Gino Valenti, lo staff catering di Davide Crespi, il macellaio affilatore Gianfranco Piran, poi Giovanni Frati con la sua formaggella bustocca, ancora i panettieri Luraschi e Colombo, quest’ultimo incaricato di offrire il dolce a sorpresa, ovvero figasciò (focaccia) stavolta infarcita non di uva americana bensì di fichi.
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