IL LUTTO
Oggi l’addio a Anna Bonomi
Mercoledì 20 aprile rosario in basilica alle ore 14.45, poi le esequie dell’insegnante stroncata a 82 anni da un attacco di cuore

Quando arrivava in classe senza il suo rossetto c’era da preoccuparsi. Ma è accaduto pochissime volte nella sua lunga carriera al Liceo classico Cairoli di Varese, perché lei era un portento di energia, positività e intelligenza. Anna Bossi Bonomi si è spenta la mattina di lunedì 18 aprile a casa sua: aveva 82 anni e una figura e un portamento ancora belli nonostante da qualche tempo soffrisse di cuore. E proprio per un arresto cardiaco se n’è andata lasciando tre figli molto conosciuti in città: Giuseppe, da poco presidente dell’area espositiva di Rho Pero, Mario, direttore di banca, e Luigi, avvocato. I funerali si svolgeranno mercoledì 20 aprile nella basilica di San Vittore, alle ore 15.15, anticipati dalla recita del rosario 8dalle ore 14.45).
L’Anna, come la chiamavano tutti, era originaria di Besozzo, dove aveva studiato dalle suore del Rosetum, e insegnava latino e italiano. Era eccentrica, originale, coltissima, sempre sorridente ma severa, quando ti puntava con i suoi occhi azzurri, nel giudicare non tanto lo studio quanto i principi. Ed era una grandissima appassionata di teatro. La sua prima messinscena con i ragazzi del liceo fu l’«Eracle», nel 1983, portato a un festival ad Agrigento: la prima di un lungo elenco che rese famosa la sezione C, dove lei insegnava, che diventò una vera fucina di teatranti e aspiranti tali.
Chi scrive era il Buffone nella «Dodicesima notte» di Shakespeare, anno 1986, un’esperienza che non si può dimenticare: le prove a casa dell’Anna, tra un merenda con il nipotino Virginio e un tuffo in piscina inseguiti dai suoi cani, il lavoro degli attori ma anche quello dei costumisti, dei tecnici, dei suggeritori, dei ballerini, tutti uniti dall’adrenalina del debutto, da quella grande magia del teatro che l’Anna sapeva orchestrare a meraviglia, sempre in mezzo ai suoi ragazzi.
Negli anni sono cresciuti con lei generazioni di attori, alcuni sono diventati professionisti, altri ci hanno solo provato, ma porteranno per sempre nel cuore un segno di quei monologhi superbi che la prof metteva in scena per spiegare la letteratura e tanto altro: il teatro per Anna Bonomi era il Brecht dell’«Opera da tre soldi», era Giorgio Strehler (ci portò a Milano a vedere il suo «Don Giovanni» per l’inaugurazione della sala di via Rivoli), era il senso di un’azione che inizia sul palcoscenico e termina nella vita, nella società e anche nella politica.
La professoressa Bonomi ha continuato a fare teatro anche dopo essere andata in pensione dall’amato liceo, nel 2000: era direttrice artistica della «Nuova scuola di teatro Città di Varese», in cui sono confluiti il Centro di formazione da lei fondato nel 2009 e l’associazione Cantine Coopuf.
La sua casa, una bella villa in via Sanvito, era sempre aperta agli alunni, agli ex alunni, agli amici, ai colleghi (Silvio Raffo e Rita Zumin tra i più assidui), ai suoi Lions del gruppo Varese Città Giardino, agli spettacoli per un pubblico ristretto: i più recenti erano concerti di musica da camera, ma tra gli indimenticabili degli anni d’oro non si può non citare il «Tram che si chiama desiderio» di Tennesse Williams con la prof nel ruolo di Blanche.
Ai funerali ci sarà una rappresentanza del liceo, con il preside Salvatore Consolo, alcuni colleghi e i ragazzi della terza A, dove studia Francesca Bonomi, nipote di Anna. E tra i tanti ex alunni presenti, Giusi Consoli canterà, con Chiara Nicora ed Enrico Salvato al pianoforte. Ma se qualcun altro vorrà salire sull’altare, l’ultimo palcoscenico di Anna Bonomi, «la mamma sarebbe felice», dice Mario con la voce rotta.
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