AREA 101
Olgiate Olona, Deaver: «Non scrivo per me ma per voi»
Tutto esaurito per la serata col maestro americano del thriller. Il suo nuovo libro “La mano dell’Orologiaio”

Pubblico partecipe e coinvolto all’Area 101 di Olgiate Olona stasera, lunedì 4 novembre, per ascoltare Jeffery Deaver. Sold out e tanta empatia con il maestro statunitense del thriller che è stato accolto dal sindaco Giovanni Montano che ha ribadito l’importanza che la città sta dando alla cultura.
Accompagnato dal traduttore Seba Pezzani e intervistato dalla libraia e scrittrice Amanda Colombo di Incipit Eventi, che ha collaborato con la biblioteca civica nell’organizzazione della serata, Jeffery Deaver ha parlato del suo nuovo libro, “La mano dell’Orologiaio”, da poco uscito per Rizzoli, che ha per protagonista Lincoln Rhyme nella sua resa dei conti con il suo nemico giurato. Ma non solo quello.
La serata è stato un modo per entrare anche nei meandri della scrittura di Deaver, dei suoi personaggi, delle tante sfaccettature dei suoi racconti.
«In questo libro l’elemento centrale è il tempo, del resto la presenza nel titolo dell’orologiaio suggerisce qualcosa in questo senso: è una storia emotivamente forte e anche di riflessione. A me interessa trascinare in un’avventura dove ad avere la meglio potrebbe essere sia il buono sia il cattivo», ha detto Deaver.
E su Lincoln Rhyme, «che so che voi lettori amate tanto, ma so anche che ci sono tante storie che non si adattano a questo personaggio», criminologo tetraplegico, svela: «Ho conosciuto parecchie persone con problemi di disabilità e dopo un po’ che le frequenti non le si vede piò nemmeno come disabili; sicuramente quando ho creato il personaggio di Rhyme ho pensato di mettere in primo piano il cervello, l’anima, la mente, il cuore più che il fisico. Anche perché, diciamolo, non se ne può più di supereroi che menano il cattivo e se ne sbarazzano così: è più affascinante quando si ha la meglio per l’intelligenza».
Concludendo comunque con un atto di affetto e di attenzione per i lettori: «Non scrivo per me, ma per voi: voi siete i miei dei. A me spaventa l’altezza, ma mi spaventa di più non soddisfare voi lettori, scrivere un libro che non vi soddisfi, che non sia all’altezza, con troppi colpi di scena o troppo pochi, troppo lungo o troppo corto. Mi ritengo fortunato di poter vivere di questo mestiere e voglio farlo al meglio».
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