DA SAPERE
Amarsi senza fretta

L’amore ai tempi delle app diventa slow. Ovvero lo «Slow love» per cercare il grande amore. Ma anche evitare relazioni tossiche incappando in personalità narcisistiche che possono devastare una vita.
Negli ultimi due anni, complice la pandemia, si è passati dal fenomeno sociale ribattezzato «miraggio Tinder», ovvero la speranza di incontrare qualcuno di speciale in Rete, a quello di andarci piano, lentamente. Per riassumere le dinamiche dell’amore dopo dei Millennials, l’antropologa statunitense Helen Fisher ha etichettato questa tendenza «slow love», che pone l’accento sull’importanza del tempo nello sviluppo delle relazioni sentimentali. Tornano di moda le affinità elettive. Rispolverare Goethe non è solo un vezzo di amanti di letteratura, ripercorrendo passi già camminati da altri soprattutto quando si prende una bella cantonata sentimentale, di quelle che ti azzerano. Ma è il manifesto di un modo di intendere le relazioni amorose, un elogio a quella scintilla che rendere speciali le persone l’una per l’altra. All’origine delle app di slow dating c’è proprio il concetto delle cosiddette affinità elettive che si creano nel corso del tempo. I sentimenti e i legami romantici destinati a durare nel tempo invece che «bruciare» devono essere coltivati anche con la consapevolezza di ciò che si vuole condividere, attraverso la conoscenza graduale dell’altro. Insomma, con calma.
Lo scorso anno un sondaggio della app di slow dating Once ha scattato una fotografia di ciò che accade nel panorama amoroso, soprattutto legato a chi cerca l’amore. Circa un terzo dei single italiani intervistati (il 29%) dichiara di avere l’obiettivo di trovare un nuovo (e possibilmente) grande amore a breve. Certo, non tutti cercano necessariamente l’altra metà della mela, ma per almeno un utente su quattro (il 25%) la priorità per il nuovo anno è evitare le relazioni tossiche. Il tempo è il criterio più importante nella ricerca del partner giusto, cui i single intendono dedicarsi con maggiore cura: questo accomuna quasi la metà dei single intervistati. Bando alla fretta, più cautela e più tempo da dedicare per i match: gli utenti dichiarano di volersi concentrare maggiormente sui propri bisogni e dare più peso ai valori, piuttosto che alle caratteristiche superficiali della persona che si sta conoscendo online. Sempre secondo la ricerca, la maggior parte delle persone che cerca un partner ritiene utile pensare a obiettivi semplici e facili da raggiungere, come uscire con più persone (23%) o fare più spesso il primo passo (29%). Nelle app di slow dating si riduce il livello di frustrazione per gli eventuali rifiuti, poiché un solo match al giorno significa 50% di possibilità di (un solo) rifiuto o di successo.
Perché, diciamocelo, avere decine di rifiuti al giorno, fa cadere in depressone anche Narciso. E se per caso, vi stiate chiedendo come siano i Millennials, cosa amino guardare e cosa sognino: fate un giro su Netflix e vedrete spopolare alcune serie. Tra le più amate - proprio perché chi non sogna andare a vivere a Parigi? - c’è «Emily in Paris», la storia di una ragazza statunitense che per lavoro andrà nella Ville Lumiere. E qui è un intreccio di relazioni e innamoramenti, all’ombra della Tour Eiffel. Ah, l’amour quello di Edit Piaf nella «Vie en rose» resta sempre una delle certezze della vita. Tutti lo cercano.
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