ECCELLENZE VARESINE
Api e miele Dop
La biodiversità del pianeta? Bella e buona

Colore chiaro, gusto dolcissimo e, nel Varesotto, se ne produce una delle varietà più buone d’Italia. Non tutti sanno, infatti, che il Miele d’acacia, col nome e il marchio di Miele varesino è un marchio Dop e soprattutto è uno dei tre mieli italiani, assieme a quello della Lunigiana e delle Dolomiti bellunesi, che hanno ottenuto il marchio di qualità della Denominazione di origine protetta.
La nostra provincia conta una produzione tra le più significative in Italia: il settore apistico prealpino è forte di un centinaio di imprese, circa 500 hobbisti per 15mila arnie complessive e negli anni di punta, ha anche toccato i 550mila chilogrammi di produzione, per un valore commerciale di oltre 3 milioni di euro. D’altronde basta camminare un po’ tra campi e boschi per notare come, negli ultimi anni, è sempre più frequente la possibilità di imbattersi in qualche arnia. Nelle Prealpi, quindi, la difesa delle api, oltre ad avere un valore per la biodiversità del pianeta, in provincia di Varese ha anche un significato economico.
Tanto che non mancano premi e riconoscimenti. L’ultimo? È giunto alla vigilia della giornata mondiale delle api del 20 maggio: l’amaro Rubino Bio che, tra gli ingredienti vede la presenza del miele dell’Apicoltura varesina Diego Frattini, ha vinto il premio come il miglior liquore d’erbe del mondo all’interno del World Liqueur Awards. E quella di Frattini è una storia della storia. In questo settore, infatti, il 34enne era entrato come autista, occupandosi di trasporti per un apicoltore della provincia di Pavia. Ma, a quel punto, è stato “impollinato” pure lui dalla passione per il miele e ha iniziato a dar corso alla sua passione: «Con parte dei miei guadagni – racconta - acquistai le prime arnie proprio dal mio datore di lavoro, iniziando l’attività nel 2012 e svolgendo allo stesso tempo un secondo lavoro nel campo della motoristica e dell’automotive. Poi, sviluppando l’azienda fino a 200 alveari e certificando l’attività come biologica, ho raggiunto l’obiettivo di rendere l’azienda strutturata ed economicamente autonoma, così ora svolgo la professione a tempo pieno».
Le sue arnie sono oggi diffuse in tutta la provincia di Varese (per la produzione di acacia e castagno, quest’ultima nella zona di Curiglia con Monteviasco), ma anche in Valtellina, per il miele di rododendro, e in Trentino Alto Adige, dove produce miele di melo. Il sogno nel cassetto? «Che il clima, dopo le gelate dell’anno scorso e la siccità di quest’inverno, ci consenta finalmente di tornare a produrre una congrua quantità di miele d’acacia. Ciò è importante anche per lo sviluppo della relativa Dop».
Proprio la scarsità di produzione degli ultimi anni, che ha accomunato l’intero settore, ha spinto Diego Frattini sulla via dell’innovazione e della diversificazione, con una linea cosmetica derivata dai prodotti delle api, ma anche con la produzione, in sinergia con un birrificio del Milanese, di una birra al miele che sta sgorgando e piacendo in buone quantità.
L’apicoltura Frattini è totalmente bio, nel senso che «non utilizziamo nessuna molecola chimica». Anche se, a proposito di biodiversità e tutela delle api, nonostante le martellanti campagne mediatiche c’è ancora tanta strada da fare: «Per esempio, come avviene a Malnate - aggiunge Frattini - i Comuni dovrebbero usare prodotti ecologicamente sostenibili per la disinfezione dalle zanzare, oppure stare molto attenti nella potatura dei tigli che, per le api, sono alberi molto importanti. E anche noi dobbiamo metterci del nostro, cercando i posti migliori e meno inquinati per lasciare gli alveari». E dare così un futuro… al miele a una delle poche Dop varesine: quella del miele d’acacia.
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