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Il futuro virtual del fitness

Il lockdown è purtroppo ancora per tanti un ricordo quanto mai vivido. In questi due anni, le mura domestiche hanno dovuto sostituire molti altri ambienti, chiusi alle attività in presenza. Tra cui le palestre. Un palliativo, certo, ma forse sempre di meno. Questo grazie alla nuova frontiera dell’allenamento digitale, che permette di mantenersi in forma senza spostarsi da casa.
Stiamo parlando del virtual fitness. Numerose testate specializzate ne sono ormai sicure: il training sarà sempre più condizionato dalla realtà virtuale. Dal punto di vista economico, le stime per il settore ipotizzano un incremento esponenziale del fatturato. Entro il 2027 la business unit toccherà infatti quasi i 60 miliardi, aumentando del 33,5%. Ma la tendenza è già riscontrabile oggi. Un recente sondaggio della rivista «The List» mostra che più di 7 americani su 10 considerano la classica palestra un concetto addirittura obsoleto. La metà del campione, composto anche da sportivi, afferma inoltre di svolgere con crescente frequenza attività fisica nei propri spazi casalinghi.
Di fronte a queste nuove necessità, negli Stati Uniti si stanno progettando piattaforme virtuali con partnership strategiche, coinvolgendo persino personalità del mondo del cinema. Come coreografi e sceneggiatori, chiamati a pianificare sessioni di virtual training con scopi persino commerciali. Ovvero creando ambienti tematici in base ai topic delle ultime serie tv, da aprire ai clienti della meta-palestra in occasione del lancio sul mercato del prodotto.
Un importante target di pubblico è poi quello dei soggetti anziani, che dalla realtà virtuale possono trarre non pochi giovamenti. Per loro si sta pensando a sedute di allenamento fisico e mentale in cui possono al contempo interagire con i diversi partecipanti, uniti da un’esperienza di training condivisa.
Escluso quest’ultimo caso, tuttavia, l’obiettivo non sembra essere la convivialità tipica del training center tradizionale. Anzi, a beneficiare delle modalità del virtual fitness è soprattutto il percorso personalizzato per l’utente. In tal senso, un aiuto imprescindibile viene dagli avatar. L’alter ego virtuale non soltanto può consentire a una persona di allenarsi in una palestra creata digitalmente intorno a lui, ma addirittura migliorarne il rendimento. Lo dimostra un sorprendente esperimento condotto di recente alla Conference on Human Factors in Computing Systems (CHI), il più influente ciclo di convegni sui rapporti tra uomo e computer, svoltosi nella primavera del 2021 a Yokohama in Giappone. I partecipanti hanno sostenuto tre sedute di cyclette con cuffie per la realtà virtuale. Ogni avatar in cui sono stati trasformati aveva caratteristiche fisiche diverse, con una muscolatura via via più definita. I risultati più performanti del virtual workout sono arrivati proprio da quelli a cui era stata affidata la rappresentazione grafica con il fisico più tornito. Tanta psicologia, ma d’altro canto favorita indubbiamente da un supporto tecnologico di primissima classe.
Con le moderne funzionalità del 3D Body Scan, che tramite una scansione digitale tridimensionale consente di avere un’accurata valutazione corporea nell’arco di appena 45 secondi, la strada verso la realizzazione di avatar sempre più sofisticati si fa ancora meno impervia. Al di là dei parametri volumetrici, questa innovativa lettura metrica può calcolare con precisione anche dati metabolici e di composizione del corpo. Un quadro di controllo affidabile che può essere utilizzato da sportivi e allenatori per impostare programmi personali di fitness. E il tutto, incredibile a dirsi, da casa propria. Le concezioni di corpo, mente, fatica sembrano ormai destinate a una metamorfosi senza precedenti.
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