ARTE
La visione del cardinal Branda Castiglioni

All’inizio degli anni Venti del Quattrocento, davanti al popolo in festa, il cardinale Branda Castiglioni (1350-1443) annunciava il progetto di ricostruire il borgo di Castiglione Olona.
Abile diplomatico per la Santa Sede, che rappresentò in varie missioni nel centro e nel nord Europa, umanista colto e raffinato, riformatore in ambito ecclesiastico e mecenate, Castiglioni fu uno dei personaggi più illuminati e influenti del suo tempo.
Nel 1418 accompagnò nel viaggio da Costanza a Milano papa Martino V che, il 16 ottobre dello stesso anno, consacrò l’altare maggiore del Duomo. Fu proprio il pontefice, il 7 gennaio 1422, a indirizzare al cardinale Castiglioni la bolla Apostolicae sedis providentia con la concessione di istituire la collegiata di Castiglione Olona.
Nel testo della bolla si evidenziava la decadenza del luogo su cui sarebbe sorta la nuova collegiata, in sostituzione della precedente chiesa parrocchiale, dedicata a san Lorenzo, e il permesso di costruirla de novo. Fu l’inizio di un cammino che, in poco più di tre anni, portò alla consacrazione della chiesa, il 25 marzo 1425, fulcro della trasformazione del borgo medievale di Castiglione Olona quale prima città ideale del Rinascimento, prima ancora di Pienza, che aveva alle spalle lo squisito umanista Enea Silvio Piccolomini, ossia papa Pio II.
Dalla bolla papale sono trascorsi seicento anni e, per festeggiare la ricorrenza, è stato ideato un articolato programma culturale, spalmato su un triennio, fino alla primavera 2025, con una serie di iniziative che, a più livelli, celebreranno gli anni di intensi lavori di edificazione della chiesa e progettazione del borgo, come centro basato sulla fede, sulla cultura e sull’educazione, con il palazzo di famiglia, la chiesa parrocchiale e la collegiata e una scuola di grammatica e di canto, per offrire istruzione completamente gratuita a un’ottantina di bambini e ragazzi del luogo.
Come racconta Laura Marazzi, conservatrice del Museo della Collegiata, «per il logo dei 600 anni si è scelta l’espressione edificavit unacum castro, che indica che insieme alla collegiata Castiglioni fece costruire il castello, di fondazione ben più antica e allora in rovina, dando vita a un complesso monumentale al quale in seguito l’arte di Masolino da Panicale diede grande fama». L’espressione è contenuta nel curriculum vitae del cardinale, eccezionale documento trovato intatto nel suo sepolcro, durante la ricognizione avvenuta il 13 giugno 1935, insieme con il velo funebre, un tessuto in lino, sete policrome, filato metallico adagiato sul suo volto alla morte, avvenuta nel febbraio del 1443.
La pergamena contiene la narrazione della vita di Branda Castiglioni, scritta nel 1443 da Giovanni da Olmütz, prete moravo di vasta cultura che il cardinale chiamò a Castiglione per dirigere la scuola da lui fondata. Il documento, normalmente non visibile al pubblico per ragioni di conservazione, sarà prelevato dall’Archivio Storico della Parrocchia di Castiglione Olona, che lo custodisce, ed esposto nel Museo della Collegiata per un mese, a partire dal 3 febbraio.
In occasione della ricognizione e della rimozione del coperchio della tomba di Castiglioni in Collegiata, si decise di creare una copia della figura del cardinale, poco visibile per la sua posizione a ridosso di un arco tra il presbiterio e l’abside sinistra. Il calco in cemento Duralbo è stato restaurato ed è esposto nella prima sala del Museo. Si tratta dell’unico ritratto sicuro del cardinale, il cui viso viene identificato anche con quello della figura, meno realistica e individualizzata, scolpita nella lunetta del portale di ingresso alla collegiata, e, secondo alcune ipotesi, con re Erode negli affreschi di Masolino nel battistero e addirittura con un personaggio di uno degli episodi affrescati da Masaccio nella cappella Brancacci.
© Riproduzione Riservata