A MILANO
Attesa finita: ecco Mannarino
Il cantautore romano domani e giovedì si esibisce al Fabrique

Ci sono volute tre diverse date per accontentare tutti. La prima, sold out, è appena passata. Ma Mannarino rimarrà a Milano ancora per qualche giorno. Martedì 3 e mercoledì 4 maggio alle 21, il cantautore romano calcherà il palco del Fabrique per una performance che ripagherà i suoi ascoltatori e spettatori di una lunga attesa. Dopo la pubblicazione del quinto album V lo scorso settembre, Mannarino aveva infatti in programma una tappa live al Mediolanum Forum di Assago. Tuttavia, com’era prevedibile, lo stato di emergenza non ha consentito lo svolgimento del concerto nel palazzetto. Per ovviare a questa problematica, si è pensato di trasformare il singolo evento in tre distinti, scegliendo un locale noto ma di sicuro meno capiente di un palasport come è il Fabrique. Sarà così questa la prima occasione per godersi dal vivo il nuovo disco, ormai a più di sei mesi di distanza dal rilascio. Lodato da critica e fan, V è stato anticipato da due singoli divenuti subito classici: Africa e Cantarè. Grazie alle produzioni di figure internazionali come Joey Waronker, Camilo Lara e Tony Canto, oltre che all’inestimabile sodalizio con Jacopo Brail Sinigaglia, Mannarino ha consolidato la propria fama di musicista eclettico. Incisa tra Roma, Los Angeles, Città del Messico e Rio de Janeiro, questa ultima fatica discografica avvicina i sound etnici della world music alla canzone autoriale italiana, attraverso testi che vogliono invitare ad affidarsi alla saggezza ancestrale degli uomini. Al suo interno, le musiche si fondono con suoni naturali della foresta e voci indigene registrate sul campo in Amazzonia. Alla ricerca della tribalità atavica in cui nasce e fiorisce la comunità umana, l’album parla di tematiche forti come il rapporto con l’ecosistema, il patriarcato, la femminilità, l’animismo. Per molti, si tratta del lavoro più politico e visionario dell’artista del rione Monti, da sempre incuriosito dalle forme più disparate di culture musicali e non solo. In questo interesse va anche inserita la sua dedizione al folk e alla canzone dialettale romana. Il 42enne Mannarino ha esordito come solista nel 2009, sebbene fosse già da qualche tempo conosciuto negli ambienti musicali, teatrali e televisivi della capitale. Ancor prima che pubblicasse il suo primo disco Bar della rabbia, difatti, era ospite fisso da Serena Dandini a Parla con me. La conduttrice lo aveva scoperto durante lo spettacolo Agostino, tutti contro tutti di Massimiliano Bruno, attore amico e collaboratore del nostro. Quello con Bruno è soltanto uno dei progetti di teatro in cui Mannarino è stato coinvolto, a cui si sono affiancati altri con Ascanio Celestini, David Riondino e Valerio Aprea. Da Bar della rabbia, insignito del Premio Giorgio Gaber, la sua musica è divenuta oggetto di culto. Al grande successo del brano Me so ‘mbriacato sono seguiti quelli degli album Supersantos, Al monte e soprattutto Apriti cielo. Nel 2018 ha partecipato all’inedito Ultra Pharum su invito di Samuel dei Subsonica.
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