LA MOSSA
Da Tesla allo Spazio, ora Musk si prende Twitter
Il visionario miliardario dell’auto che si guida da sè spende 44 miliardi di dollari per comprare il “social dei cinquettii”

I social network, anzi, social media, da qualche anno, stanno diventando la fonte primaria di informazioni intese come notizie per sempre più persone. Certo, poi i giornali (su carta o in digitale) per fortuna e per impegno mantengono un ruolo fondamentale di racconto, certificazione e approfondimento, tanto che ricordo ancora la frase di mio figlio dodicenne: «Papà, ho letto su Instagram che Ibra rinnova il contratto, domani mi compri il giornale così vedo se è vero...». Però che la disintermediazione sia potenzialmente totale è evidente almeno da quando fu lo stesso Barack Obama a dare in diretta la notizia della sua rielezione con tre semplici parole “Four more years” digitate su Twitter. E quello fu a lungo il tweet, il messaggio, più rituittato, cioè ricondiviso, della storia. Ecco, Twitter, cioè il social network meno conosciuto a chi non fa il giornalista o professioni affini e meno diffuso in Italia. È un social che con brevi messaggi ti permette di raggiungere un’audience in ipotesi immensa, basti pensare all’utilizzo (soprattutto notturno) che ne faceva l’allora presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Dalla convocazione di un Consiglio dei ministri alla vittoria di un’elezione, è su Twitter che spesso la notizia arriva prima e arrivare prima sovente significa anche già “tagliare”, scegliere il tono, il modo, il punto di vista e lo spirito della notizia stessa, del racconto dell’informazione. A fianco a “Four more years”, per esempio, c’era una romantica fotografia dei coniugi Obama: che se non li avevi già votati prima, ti faceva venire voglia di votarli. Però Twitter è anche il social che ha più sofferto dal punto di vista economico-finanziario. Eppure ora è diventato la preda di Elon Musk, il visionario miliardario dell’auto che si guida da sé, e fa molto altro, la Tesla e dello spazio e dei micro-satelliti che permettono agli ucraini di avere Internet. Perché Musk spende 44 miliardi di dollari per comprare il social dei cinguettii, Twitter? Dice per difendere l’assoluta libertà di espressione. E il tipo è abbastanza anarchico e bizzarro per meritare fiducia. Certo è che, nell’era della completa disintermediazione potenziale, avere il rubinetto di una fonte primaria di notizie non è niente male. Come ha scritto Luca Rigoni, giornalista di Mediaset molto bravo e grande esperto di Esteri: «Mi chiedono che se ne fa Musk di ‘sto coso, Twitter. È pazzo? 44 miliardi di dollari li vale? Avreste mai chiesto a suo tempo all’Avvocato: “Ha già le macchine. Che se ne fa della Stampa o del Corriere?”. Luca ha anche “menzionato” @elonmusk e lo stesso @Twitter nel suo commento. E la spiegazione @LUCRIGONI l’ha scritta su Twitter.
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