LA CURIOSITA’
Pongo, l’errore divenuto magia
Storia di uno dei materiali più amati dai bambini

Il Pongo compie settantanni e si rifà il look. Con un trattamento lifting profondo che possa dare nuova e prospera vita ad uno dei giochi che più ha alimentato la fantasia e la creatività di generazioni e generazioni di bambini.
E pensare che se nel 1952 un chimico non avesse fatto uno sbaglio, non sapremmo nemmeno cos’è, il Pongo. La pasta modellabile, infatti, è nata da un errore di formula in uno stabilimento nei pressi di Firenze che produceva cera per le scarpe: per via di un errore di dosaggio, anziché il solito prodotto ci si ritrovò con 500 chili di un altro tipo di cera non adatta alle calzature.
Toccandola, però, ci si rese conto che era modellabile, che non sporcava e non ungeva; così si ebbe l’idea di usarla per farci giocare i bambini. Un po’ di colore e la magia fu completa, fino a far diventare il Pongo così popolare che il suo nome è diventato universalmente sinonimo di pasta da modellare. Settantanni e non sentirli per il Pongo, pronto a continuare a passare di mano in mano, ad essere lavorato, schiacciato e modellato senza mai perdere la sua morbidezza. E sempre al passo con i tempi. La pasta modellabile già proiettata al futuro è ora cento per cento vegetale, realizzata con ingredienti naturali da fonti rinnovabili.
Altro elemento sostanziale, i colori. Oggi più brillanti, sono stati sviluppati con esperti del color design per coprire l’intero spettro del circolo cromatico e presentare i migliori toni per ottenere infinite sfumature.
All’interno anche l’argento che sostituisce il grigio e aggiunge un tono metallico ad ogni mix con gli altri colori. E pensate, la linea Skin Tones mette a disposizione di ogni bambino una serie di strumenti che permettono di esprimere liberamente la propria cultura e diversità con nuove sfumature per rappresentare le diverse tonalità della pelle.
Rinnovato anche il logo, che oggi ha un lettering più colorato e moderno e non manca il tocco tecnologico: sui panetti di Pongo (di due formati col grande per i lavori in classe e quello piccolo per l’uso a casa) c’è il QR code con il link ai video tutorial dedicati.
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