MUSICA
Willie Peyote: la nostalgia del passato
Si chiama "Pornonostalgia" l'ultimo album del rapper

Guardarsi indietro per guardare avanti. La morale che si può trarre dal nuovo album di Willie Peyote, Pornostalgia, è questa. Frutto del limbo temporale pandemico, narrazione intimista ma non scoraggiata, l’ultima fatica del rapper e cantautore torinese si pone in aperto dialogo con Iodegradabile, pubblicazione di tre anni fa.
Lavori «complementari e opposti – dice – perché affrontano gli stessi temi da punti di vista differenti». Il gioco di parole del titolo è il filo conduttore di testi e musiche. «È l’altra faccia del disco precedente. Se prima c’era un discorso sul tempo che passa troppo in fretta, ora il tempo si è fermato. Tutti ci siamo guardati alle spalle, andati a rileggere vecchi libri, a riguardare vecchi film. Abbiamo riscoperto il valore rassicurante e pornografico, nel senso che dà eccitazione, della nostalgia. Quando non puoi guardare avanti, l’unica rassicurazione ce l’hai nei ricordi che hai conservato e tiri fuori nei momenti di sconforto. A livello musicale, l’idea era fare un disco meno suonato, più prodotto, rap e cupo nei suoni. È la nostalgia di un ritorno al passato. Non potendo fare il mio lavoro sul campo, ho dovuto riscoprire il motore dentro di me riavvicinandomi alla musica come la facevo una volta».
Nel setacciare i propri abissi interiori, Peyote ha coinvolto collaboratori come Jake La Furia, Speranza, Samuel, Aimone Romizi dei Fast Animals and Slow Kids, il producer Godblesscomputers, le comiche Emanuela Fanelli e Michela Giraud. «L’idea era raccogliere tutte le ispirazioni che mi hanno portato dove sono e dare tanti colori, perché essendo un disco in cui vado in profondità nel mio sentire mi aiutava avere accanto altri punti di vista. Molti degli artisti sono amici con cui mi sono confrontato sui temi del disco. Ciò mi ha rassicurato».
Alcuni parteciperanno al talk tour PEYOTeMES, in cui il rapper incontrerà i fan all’interno dei club più illustri. Il progetto «nasce da un’esigenza di confronto. In questi due anni mi sono reso conto che mi mancano sì i concerti, però mi manca allo stesso modo vedere che effetto fa quello che faccio sulle persone, farmi raccontare da loro cosa sentono. Con la scusa del disco vorrei rincontrarle in un ambiente conviviale, all’ora dell’aperitivo, e condividere i ragionamenti che hanno portato al compimento dell’album».
Tra i guest Bebo de Lo Stato Sociale, Federica Cacciola, Guido Catalano. Pornostalgia non racconta la rassegnazione, ma «il dubbio che non si possano trovare soluzioni per reagire». Spesso definito un disilluso, Peyote ha concluso l’album con un segno di speranza: il brano Sempre lo stesso film, lettera all’amico Libero De Rienzo. Di rabbia, fiducia e nostalgia «bisogna fare un bel cocktail. Il nichilismo fine a se stesso non porta da nessuna parte. Va bene quando hai 20 anni, ma a 37 è giusto trovare uno slancio propositivo. Bisogna essere realisti, né ottimisti né pessimisti. La situazione non è facile, però voglio obbligarmi a trovare la forza di provarci. Non vuol dire avere la speranza che le cose andranno meglio, ma non accettare che non si debba nemmeno provare. Questo è il senso del finale del disco».
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