IN TRIBUNALE
Omicidio Bossi, ergastolo per Carolo e Caglioni
Il 26enne di Cairate fu ucciso nel gennaio 2024
Ergastolo per tutti e due, senza attenuanti e con l’aggravante della premeditazione. È il verdetto della corte d’assise del Tribunale di Busto Arsizio nel processo di primo grado per l’omicidio di Andrea Bossi che vede imputati Douglas Carolo e Michele Caglioni. La sentenza di primo grado è stata pronunciata ieri, mercoledì 17 dicembre, dopo una camera di consiglio di circa sei ore e mezza, dalla Corte presieduta dal giudice Rossella Ferrazzi (Daniela Frattini a latere) che ha accolta la richiesta della pubblico ministero Giulia Grillo con anche l’aggravante della premeditazione. Le difese avevano chiesto l’assoluzione. La Corte ha riconosciuto una provvisionale pari a 220mila euro per ciascuno dei genitori della vittima e a 120 mila euro per la sorella, con quantificazione del danno da definirsi in sede civile.
LA RICOSTRUZIONE
Il 26 gennaio 2024 i due ragazzi si presentarono a casa di Andrea Bossi per mettere le mani sui fantasiosi sacchi d’oro che il giovane pareva tenesse in cantina e con il miraggio di appropriarsi dei 100mila euro millantati dalla vittima. Movente economico quindi perché entrambi gli imputati non lavoravano pur amando ozi e vizi. Bossi per Douglas era un bancomat: approfittava dell’amore che provava per lui e gli chiedeva soldi e regali. Da fine dicembre il ventiseienne aveva posto uno sbarramento: denaro in cambio di sesso mai più. Una sciagura per Douglas. Michele aveva un desiderio: andarsene da casa dei suoi, sempre troppo concentrati sul fratellino tossico. Douglas per lui era l’amico carismatico e pronto a difenderlo dai bulli che l’avevano sempre tormentato. Quella sera i due inforcarono il monopattino e raggiunsero Cairate. La verità su come precipitarono gli eventi non si saprà mai, di certo però Andrea morì per shock emorragico: dopo avergli percosso la testa con una padella uno dei due gli sferrò una coltellata al collo. «Non hanno mai mostrato un cenno di sincero pentimento», ha fatto notare l’avvocato di parte civile Davide Toscani. I difensori Vincenzo Sparaco, Giammatteo Rona e Nicolò vecchioni valuteranno il ricorso in appello.
LE REAZIONI IN AULA
«Giustizia per mio figlio». È il solo commento di Rosanna Backer, la madre di Andrea Bossi, subito dopo la lettura della sentenza di primo grado. Tino Bossi, il padre del 26enne, ha mantenuto il silenzio composto che lo ha contraddistinto sin dall’inizio di questa drammatica vicenda. Al termine della lettura del dispositivo da parte della Corte d’Assise in aula c’è stata qualche tensione: Stefania Rizzuto, la madre di Caglioni, è uscita dal tribunale gridando e in lacrime, mentre il fratello del giovane condannato ha avuto una breve discussione con gli amici di Bossi. Tanti i ragazzi presenti in aula «per Andrea. Ha avuto giustizia e resterà sempre con noi. Ogni cosa che facciamo, ogni traguardo che raggiungiamo, portiamo Andrea sempre nel cuore». «Le sentenze si rispettano, non si commentano – hanno detto gli avvocati Vincenzo Sparaco e Giammatteo Rona, difensori di Carolo – Vedremo le motivazioni e decideremo il da farsi».
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