IL GIUDIZIO
Omicidio Rroku, spunta un video
Si è aperto in Corte d’Assise a Busto Arsizio il processo a carico del 34enne albanese che sparò alla vittima davanti a un bar di Turbigo. Il difensore deposita le immagini del delitto

Si è aperto questa mattina, lunedì 3 aprile, dinanzi alla Corte d’Assise di Busto Arsizio il processo a carico di Gjinaj Rigels, il trentaquattrenne albanese accusato dell’omicidio di Emanuel Rroku. Settimana scorsa, il gup Tiziana Landoni aveva respinto la richiesta di rito abbreviato, i presupposti per elidere l’aggravante dei futili motivi (che escludono la concessione dello sconto di un terzo sulla pena) sono stati ritenuti non sussistenti.
La Corte d’Assise è presieduta da Rossella Ferrazzi, giudice a latere Marco Montanari e i giudici popolari. La pubblica accusa è rappresnetata dal pm Ciro Caramore. L’imputato non è presente in aula. La famiglia della vittima non si è costituita parte civile.
L’avvocato difensore, Antonio Buondonno, ha depositato un video che ha ripreso le fasi precedenti e quelle del delitto.
L’OMICIDIO
Il trentaquattrenne è in carcere dal giorno in cui sparò davanti al bar di via Allea Comunale. Era la sera del 16 settembre, nel locale si festeggiava un compleanno, l’atmosfera era spensierata, Emanuel era tra gli invitati. Intorno alle 23 una coppia iniziò a litigare furiosamente, i due uscirono quindi dal bar continuando a discutere in strada con aggressività crescente. La donna le stava prendendo.
I clienti del locale si precipitarono all’esterno per difenderla dagli schiaffi e allontanare il suo compagno ma proprio in quel momento sulla scena apparve Gjinaj, che di quell’italiano manesco era amico.
Gjinaj lo aveva raggiunto per brindare in compagnia e quando vide la ressa e soprattutto la concentrazione di uomini intorno a lui pensò che fosse in pericolo e non esitò a intervenire per proteggerlo. In tasca l’imputato aveva una pistola dalla quale non si separava mai: al suo Paese infatti era in corso una faida che coinvolgeva la sua famiglia e si sa che in materia di vendette trasversali gli albanesi risalgono anche al più remoto ed estraneo dei cugini.
Il trentaquattrenne girava armato per precauzione. Così estrasse la semiautomatica ed esplose un colpo che raggiunse il polpaccio di un altro albanese trentenne.
Il gruppo di clienti a quel punto si spostò su di lui malmenandolo pesantemente, fino a che dalla calibro 6.35 partì un proiettile che raggiunse il ventitreenne Emanuel al giugolo. I soccorritori intervennero subito, il ragazzo venne trasportato d’urgenza in ospedale a Legnano ma dopo poche ore morì.
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