CONDANNA
Omicidio stradale: tre anni
La decisione del gup sull’incidente in cui perse la vita il motociclista Giuseppe Serra
Il pubblico ministero Massimo Politi ha chiesto una condanna per omicidio stradale a due anni di carcere, ma il gup Alessandro Chionna è stato più severo, non riconoscendo all’imputata alcuna attenuante e nemmeno il concorso di responsabilità della vittima. Così E.A., insegnante di educazione fisica di 52 anni, difesa dall’avvocato Giulia Tommasi, è stata condannata con il rito abbreviato a tre anni di carcere, come responsabile dell’incidente del 9 aprile 2017 in cui perse la vita il motociclista Giuseppe Serra, 49 anni, di Dumenza come la moglie, rimasta ferita nel sinistro, il consigliere comunale luinese della Lega Nord Giovanna Ballinari.
Evidentemente la discussione dei legali di parte civile, l’avvocato Andrea Pellicini in rappresentanza di Ballinari, e l’avvocato Fulvio Dagnoni, che rappresenta invece il padre di Giuseppe Serra, dev’essere stata convincente. Oltre a condannare l’imputata a una pena che con il rito ordinario sarebbe stata superiore ai quattro anni, il gup ha anche stabilito provvisionali (una sorta di anticipo del risarcimento del danno, da quantificarsi esattamente in sede civile) pari a 150.000 euro per la moglie e 70.000 euro per il padre.
Serra morì nell’ospedale di Legnano sei giorni dopo lo schianto sulla SS394, nel territorio del comune di Brissago Valtravaglia. Marito e moglie, intorno a mezzogiorno di domenica 9 aprile 2017, erano sulla moto guidata dall’uomo e viaggiavano in direzione di Mesenzana, mentre l’auto guidata da E.A. viaggiava in direzione contraria, verso Luino. Sulla base dell’inchiesta e del processo appena concluso, l’automobilista svoltò a sinistra, all’altezza del bivio per Roggiano, senza dare la precedenza alla motocicletta, nonostante la perfetta visibilità (era un giorno di sole e i due mezzi erano su un rettilineo). Lo scontro fu inevitabile, anche se Serra viaggiava a velocità moderata.
Oltre al forte choc, Ballinari riportò alcune fratture per le quali fu operata a Luino, mentre le condizioni dell’uomo, che faceva il carpentiere in Svizzera, risultarono subito gravissime.
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