LA DOPPIA TRAGEDIA
Uccide la moglie, poi si spara: tragedia in ospedale ad Angera
Anna Castoldi era ricoverata in Medicina Subacuta. Giuseppe Rizzotti, 91 anni, le ha sparato con una pistola di piccolo calibro prima di togliersi la vita. Risiedevano a Cuasso al Monte
Doppia tragedia all’ospedale di Angera. Questa mattina, lunedì 16 giugno, Giuseppe Rizzotti, 91 anni, ha sparato alla moglie 86enne, Anna Adele Castoldi, ricoverata all’interno del nosocomio, uccidendola. Poi si è tolto la vita utilizzando la stessa arma. L’uomo, di origine Milanese, risiedeva a Cuasso al Monte; la donna era ricoverata al secondo piano dell’ospedale angerese nel reparto di Medicina Subacuta. Sul posto i carabinieri della Compagnia di Gallarate unitamente a personale del Nucleo Investigativo provinciale. Alla scena non hanno assistito testimoni. Nulla hanno potuto gli operatori sanitari accorsi rapidamente, richiamati dagli spari. Purtroppo i due anziani coniugi erano già morti.
IL COMUNICATO DELLA PROCURA
La Procura fa sapere che «sono in corso i necessari approfondimenti per cristallizzare l’evento e delineare nel dettaglio quanto accaduto, anche tramite le testimonianze degli operatori sanitari del reparto, nonché fare luce sull’origine dell’arma, atteso che l’anziano non risultava possessore di armi». Sempre la Procura spiega che «sconosciute allo stato le cause che hanno portato l’uomo a compiere un così tragico gesto, sebbene non si possa ragionevolmente escludere che la condotta dell’uomo sia stata indotta dallo sconforto per lo stato di salute dell’anziana compagna di vita».
Nell’ottobre del 2023 un’analoga tragedia aveva sconvolto proprio Cuasso al Monte, il paese dove risiedevano i due anziani morti oggi.
LA NOTA DI ASST SETTELAGHI
«Teniamo ad esprimere il nostro cordoglio per la tragica vicenda avvenuta questa mattina all’ospedale di Angera e le più sentite condoglianze alla famiglia dell’anziana coppia – scrive in una nota la direzione di Asst Sette Laghi. – Vogliamo anche esprimere vicinanza ai professionisti in servizio nella sede di Angera, spettatori di un epilogo così tragico. La vicenda umana che oggi è giunta ad un esito improvviso e scioccante non può che coinvolgere emotivamente tutti noi e ancora più intensamente chi l’ha vissuta così da vicino».
L’articolo completo sulla Prealpina di martedì 17 giugno, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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