ESASPERAZIONE E ATTESA
Gallarate, padre privato dei suoi 3 figli
L’uomo è esasperato: «Tutto questo senza un motivo». Ora aspetta risposte dai Servizi sociali

«Per due anni e due mesi non ho potuto vedere i miei figli, li ho rivisti a giugno, il giudice delegato ha indicato ai servizi sociali di stilare un calendario urgente di colloqui per luglio e agosto e ancora non è arrivato. Siamo a settembre. Mi stanno privando del diritto di crescere i miei figli e stanno togliendo a loro la possibilità di avere un padre»: è esasperato il quarantaquattrenne rumeno che dal 2018 vive in una sequenza di vicende assurde. L’uomo, imprenditore edile che ha costruito la sua fortuna partendo dalle nottate trascorse in stazione, venne colpito da divieto di avvicinamento alla ex moglie e ai loro figli il 30 luglio 2018. Le accuse erano di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. Tutto infondato, tanto che l’avvocato Livio Grandis gli fece affrontare il dibattimento per dimostrare che marito e che padre fosse a dispetto delle dichiarazioni della ex. A dicembre 2019 il processo si concluse con un’assoluzione piena, pronunciata dal presidente del collegio giudicante Renata Peragallo «perché il fatto non sussiste». Credeva a quel punto di poter ristabilire i rapporti con i figli - che nel frattempo sono stati affidati ai servizi sociali e collocati con la madre in una comunità - ma per arcane ragioni il primo incontro lo ha ottenuto a giugno, tra l’altro in presenza dell’avvocato Grandis e di due assistenti sociali, in uno spazio protetto. La visita tra l’altro è stata concessa dopo il pressing del legale sul tribunale dei minorenni, perché non si capacitava di quello stallo. Il giudice finalmente ha chiesto un rendiconto ai servizi sociali, ha fissato l’audizione del quarantaquattrenne e il pomeriggio stesso ha autorizzato il colloquio. Sembrava si fosse sbloccato l’impasse invece l’indicazione del tribunale è stata disattesa perché nessuno più ha programmato le date successive. «E nonostante le continue mail di sollecito e di richiesta di chiarimenti non ci è arrivata neppure una risposta. A questo punto mi rivolgerò direttamente al presidente del tribunale dei minori Maria Carla Gatto», anticipa l’avvocato Grandis. «I miei figli stanno subendo un torto, una violenza, perché è impedito loro di avere un padre su cui mai nessuno ha mosso obiezioni. Sono sempre stati sereni, bravissimi a scuola, educati, amati e accuditi da me, nessuno lo ha mai messo in dubbio. Eppure non posso vederli. Non capisco il motivo di questo accanimento. Io voglio il loro bene non penso che crescere senza un padre sia il loro bene. Li ho trovati quasi intimiditi, prima di rispondere a qualsiasi domanda cercavano l’approvazione delle assistenti, come se non avessero un’autonomia di pensiero e di parola. Forse il sistema necessita di revisioni», si sfoga l’imprenditore.
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