L’INCIDENTE
Cavallo morto: «Il Palio non c’entra»
Nota congiunta dei maggiorenti sui fantini feriti e quadrupede abbattuto durante le gare d’addestramento

«Diversi mezzi d’informazione hanno collegato direttamente al Palio di Legnano il grave incidente, non prevedibile e non imputabile a responsabilità sommarie, avvenuto in un centro ippico sabato 7 aprile. Tale connubio getta una luce negativa su una manifestazione notoriamente allestita garantendo i massimi livelli di sicurezza e salute per cavalli e fantini, con impegno e investimenti costanti. Sforzi efficaci, dal momento che da anni non si registrano incidenti durante la competizione, a eccezione di qualche caduta di fantini senza conseguenze».
Inizia così una nota congiunta, firmata dal gran maestro del Collegio dei Capitani e delle Contrade Alberto Oldrini, dal sindaco Gianbattista Fratus e dal presidente della Famiglia Legnanese Gianfranco Bononi, in merito a quanto accaduto sabato 7 aprile durante la riunione ippica al centro La Stella di via Novara (un cavallo morto e due fantini feriti).
Certo, il Palio e le corse così dette “addestrative” sono due cose distinte e diverse, ma non del tutto.
Diciamo che è un po’ come il campionato di calcio e la Coppa Italia: le squadre che giocano sono le stesse, gli arbitri sono gli stessi, il movimento è lo stesso. Tanto più che, anche nel caso delle corse a pelo, fantini e cavalli vengono scelti direttamente dalle contrade. Quindi il distinguo può reggere fino a un certo punto. Ma tant’è.
«Fantini e cavalli impegnati sabato scorso - rimarcano Oldrini, Fratus e Bononi - partecipano al Palio di Legnano, ma anche a numerose altre manifestazioni e allenamenti, indipendenti le une dagli altri, in piste diverse e in altre regioni. La sottolineatura non vuole essere un atto pilatesco di fronte a un episodio che ha preoccupato e addolorato tutti coloro che amano i cavalli e le corse ippiche, inclusi quanti hanno a cuore il Palio di Legnano, ma un modo per ricostruire correttamente il contesto in cui si sono svolti i fatti».
I tre maggiorenti sottolineano quindi che Legnano è stato il primo fra i palii italiani a istituire una commissione veterinaria per verificare l’idoneità alla corsa dei cavalli, e il primo a organizzare un servizio di pronto intervento e a introdurre la presenza della horse ambulance nel campo di gara: inoltre il Palio di Legnano prevede fin dal 1999 controlli antidoping.
«Nel 2009, anticipando la cosiddetta ordinanza Martini, la superficie erbosa su cui si svolgeva la gara è stata sostituita con sabbia silicea speciale, proprio per migliorare la sicurezza. Da sempre preso a modello, fra l’altro, per l’attenzione alla tutela di cavalli e fantini, il Palio di Legnano ha ottenuto la certificazione di regolarità del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali».
Il messaggio che Oldrini, Fratus e Bononi lanciano è alla fine questo: «Pur nella consapevolezza che si deve sempre cercare di migliorare e che in un contesto competitivo non tutto è prevedibile e controllabile, sarebbe ingeneroso e ingiusto se all’opinione pubblica arrivasse il messaggio di un palio non attento alla salute di cavalli e persone o ridotto alla sola corsa ippica: storia, tradizione, ricerca ed eccellenza artigianale, cura dei dettagli e incessante lavoro contribuiscono ogni anno all’allestimento di una sfilata storica che può essere considerata fra le migliori in Italia».
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