IL CONCORSO LETTERARIO
Palombella rosa
Valentina Cenacchi, 16 anni, liceale del Cairoli e pallanotista: il Chiara Giovani 2013 ha la sua firma
Valentina, Alyssa, Francesca sul podio. Poi Flaminia e Sara, Chiara, Glenda e ancora Sara a completare il parterre delle premiate.
Parla tutto al femminile, il Premio Chiara Giovani 2013, come e più che nelle venti edizioni precedenti. E con un livello qualitativo che Andrea Giacometti, conduttore dell’appuntamento di domenica 20 ottobre a Villa Recalcati, ha definito «superiore a quello, già notevole, degli altri anni».
Forse il merito va anche all’idea di affidare alla fantasia dei giovani scrittori (provenienti da tutt’Italia e dal Canton Ticino) non una traccia inventata per l’occasione, ma l’incipit di un racconto inedito dello stesso Chiara.
Il risultato dice di ben 170 concorrenti alla prima fase, ridotti a 23 dalla giuria letteraria presieduta da Daniela Tam Baj: di questi, soltanto sei maschi.
Dunque possiamo scrivere di una "corsa rosa" che ha visto spuntare sulla linea del traguardo narrativo Valentina Cenacchi, varesina di soli sedici anni studentessa del Liceo classico, pallanotista di ottimo livello (del resto è figlia d'arte: il padre Nicola, veterinario, e lo zio Stefano, avvocato, sono stati atleti della Von mentre la nonna paterna è la vicepresidentessa del sodalizio biancorosso e quella materna è stata insegnante di educazione fisica), che si aggiudica i 500 euro del primo premio. E lo fa, manco a dirlo, sciorinando il suo talento nell'ambiente a lei più congeniale: l'acqua.
La bionda e timida vincitrice si è infatti limitata a dire che voleva «mantenere l’atmosfera prodotta da Chiara nell’incipit» e di certo la giuria popolare ha apprezzato lo sforzo e il risultato.
Con "Il banchetto del lago", letto davanti ad una sala gremita da Claudia Donadoni, Valentina ha prodotto probabilmente il racconto più "chiariano" fra quelli pubblicati nell’elegante cofanetto edito dagli Amici di Piero Chiara (insieme al racconto inedito di cui sopra, presentato da Federico Roncoroni), semplice e diretto, sospeso fra realtà e mistero, venato di rapida comicità nel descrivere un banchetto nuziale fallito per la semplice distrazione di un autista: «L’urto aveva salvato l’auto dall’acqua torbida ma, facendola sobbalzare, tutto quel ben di Dio di vino, pagnotte, pacchi di riso e di sale, cespi di insalata, cosce di pollo, pomodori e patate, perfino qualche preziosa confezione di zucchero, si era tuffato nel freddo lago ottobrino e si allontanava sempre più dalla riva».
L’intero racconto verrà pubblicato prossimamente sulla Prealpina.
Secondo posto per Alyssa Cadario da Caravate, classe 1988, prossima alla laurea in Lettere Moderne, che con "Breve storia di un personaggio dimenticato" si è rifatta alla grande tradizione della narrativa e del teatro del Novecento con quei suoi "personaggi dimenticati", incapaci di vivere una storia propria dentro e anche fuori le pagine di un libro, metafora dell’uomo contemporaneo estraneo perfino a se stesso.
Il terzo premio è andato a Francesca Vergerio, di Jerago con Orago, anch’essa venticinquenne, una delle poche lavoratrici (in un’azienda di informatica) iscritte al Chiara Giovani; in "Dignità" racconta storie affannose, ma i cui protagonisti raccolti una domenica di fronte alle acque del lago, sanno vivere le proprie paure cercando sempre il lato positivo della vita. Riconoscimenti sono andati anche a Jessica Vaghi da Leggiuno (quarto posto), Flaminia Arduini da Arogno (Canton Ticino) e Sara Simoni da Samarate (parimerito al quinto), Chiara Di Sante da Gorle (Brescia), Glenda Giussani da Sumirago e Sara Piffaretti da Mozzano (Ticino), tutte seste classificate.
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