MODA
Pappaluga: il brand varesino e sovrumano

Pappaluga è una parola che non ha significato, è l’insulto affettuoso di un bambino ai fratelli più grandi. Pappaluga è un’idea: un brand di moda tutto varesino che nasce ex novo per creare profitto e opportunità di lavoro. Una sfida? Certamente sì, e parecchio ambiziosa dal punto di vista imprenditoriale. Ma la sfida più importante è quella che sta dietro questa storia, e che qui raccontiamo con discrezione perché non diventi in nessun modo motivo di benefico appeal: chi si sta preparando a lavorare in questa piccola azienda è un gruppo di ragazzi con disabilità cognitiva.
Il progetto è supportato da un bel movimento di positività, da enti e scuole del territorio e, soprattutto, dal cuore (e le forze, gli investimenti, la pazienza, i sogni, le paure) di Davide e Orsola Macchi, due genitori (di quattro figli) che, dopo aver cresciuto il loro bambino disabile con ogni cura si sono chiesti, come tutti i genitori nelle loro condizioni: che cosa farà dopo? Dopo la scuola? Quando sarà grande? E anche quando noi non potremo più essergli accanto?
Domande e timori di tante famiglie. La differenza è che i genitori di Carlo hanno provato a fare un passo in più. Così spiega Macchi: «Abbiamo deciso di metterci a testa in giù e trasformare un problema in una soluzione, un’idea in un’azione. Quella che abbiamo creato è un’azienda al contrario, che parte dai ragazzi e dalle loro abilità, aspirazioni, idee, dal loro lato artistico ed emotivo, riversate in felpe e T-shirt. Qui i ragazzi con disabilità cognitiva trovano il luogo della loro espressione e del loro futuro di persone che lavorano».
LA SCUOLA I ragazzi con disabilità cognitiva, come tutti, devono completare il loro percorso di studi fino a 16 anni. Dunque al termine della secondaria manca ancora un biennio ed è difficile trovare una scuola giusta per loro, che tra l’altro vivono l’adolescenza. Qui si colloca il progetto Pappaluga, nato in collaborazione con il Cfpil di Varese, il Centro di formazione professionale ed inserimento lavorativo, che è un distaccamento del Cfp per «normodotati» ed è parte dell’Agenzia Formativa della Provincia di Varese.
All’interno di questa scuola operano educatori professionisti con lo scopo di dare ai ragazzi gli strumenti necessari per affrontare un inserimento lavorativo: in particolare la dottoressa Anna Sculli e la psicologa Giovanna Daverio hanno accolto la proposta di Pappaluga e da settembre hanno avviato una formazione dal punto di vista della gestione economica, stilistica e artigianale di un brand di moda, formazione destinata a proseguire negli anni.
Sono coinvolti tutti quelli che frequentano il Cfpil: ovvero al momento 37 ragazzi tra i 14 ed i 18 anni con disabilità cognitiva, che hanno avuto un insegnante di sostegno nelle precedenti esperienze scolastiche.
IL LAVORO Oggi alcuni di questi ragazzi, selezionati dagli educatori e dalla psicologa in base alle loro caratteristiche, operano già all’interno di Pappaluga come tirocinanti, e qualcuno di loro sarà assunto a settembre dalla nascente Pappaluga Srl, che avrà la sua sede definitiva a breve.
Spiega ancora Macchi: «Si tratta di un progetto imprenditoriale per dare lavoro a ragazzi con disabilità cognitiva in generale, non solo provenienti dal Cfpil. La società, come è scritto chiaramente anche nello statuto, ha per oggetto anche la realizzazione di percorsi lavorativi finalizzati al completamento degli studi, percorsi di formazione ma anche di esaltazione e valorizzazione delle caratteristiche personali e delle abilità di ogni individuo».
I primi designer del brand sono Alice Giani e Pietro Chiappetta, che frequentano una scuola «normale», il Liceo della moda degli Istituti Olga Fiorini, e hanno vissuto la loro alternanza scuola-lavoro in Pappaluga. La produzione di felpe e magliette è già partita e, se l’e-commerce ancora non è attivo, si possono trovare informazioni nel sito www.pappaluga.it, realizzato da Moskito Design e Francesco Montano.
LO SPORT I ragazzi di Pappaluga fanno pugilato con Iuliano Gallo, neo campione italiano dei pesi Gallo, «atleta e persona meravigliosa che si è subito reso disponibile ad allenare i ragazzi. Il pugilato porta autostima, rispetto per se stessi e per gli altri e... un grande allenamento!». E giocano a basket sui campi della Pallacanestro Varese.
TESTIMONIAL & SOSTENITORI Tra i primi testimonial del brand ci sono: Kevin Benavides, campione di rally ed enduro Honda HRC, Matthew Philips, campione del mondo di motocross, e Alessio Rovera, pilota Porsche che sulla sua auto ha rinunciato a uno sponsor corposo per esporre il marchio Pappaluga. Molti professionisti tra i sostenitori del progetto. Citiamo almeno la professoressa Iori del Liceo classico Cairoli di Varese e Leopoldo Testa, il questore vicario che ha fatto vivere ai ragazzi di Pappaluga una giornata con la Polizia.
SUPERHUMAN Se Pappaluga è un neologismo, lo slogan del brand è «Pathway to superhuman», tradotto «Sentiero per il sovrumano». Davide Macchi, perché il sovrumano? «Perché l’umano lo conosciamo già e non ci piace sempre. Perché è umano discriminare, fare la guerra, odiare. I ragazzi con disabilità cognitiva hanno una mente più semplice e perciò anche più limpida e pura: sono capaci di connettersi con il sovrumano attraverso il loro lato artistico. Ed è su questo che noi puntiamo, per andare oltre e dare ad ogni ragazzo gli strumenti per sviluppare le sue abilità e avere un futuro di vita e di lavoro sereni».
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