LA SENTENZA
Morì cadendo da una grata: due assolti
La tragedia nel 2018 in una stamperia: Giuseppe Sari aveva 52 anni

Giuseppe Sari morì lavorando. Ma nessuno può farsi carico della responsabilità di quell’incidente: il gup Stefano Colombo ha assolto il fotografo della stamperia da cui Sari andò a recuperare i rifiuti speciali e una componente del cda della società «Eco Eridania» con deleghe alla sicurezza interna perché il fatto non costituisce reato. Manca insomma il profilo di colpa e di esigibilità, ma per conoscere le ragioni giuridiche della decisione bisognerà attendere le motivazioni della sentenza.
La tragedia accadde il 31 gennaio 2018 davanti a Villa Corvini. Per Giuseppe, operaio milanese di 52 anni, era il primo servizio nel negozio di stampe fotografiche. I bidoni contenenti gli acidi dello sviluppo erano in un seminterrato e il furgone guidato dal Sari era troppo alto per riuscire a raggiungerli. Si consultò con il fotografo che gli spiegò cosa avesse fatto il collega che fino a quel giorno si era occupato dello smaltimento: scartata l’opzione di scendere con il mezzo, restava l’uso delle bocche di lupo da cui far passare i tubi dell’aspirazione (ma erano troppo corti) oppure il sollevamento della grata che dava nel sotterraneo e dall’apertura ricavata srotolare il manicotto giù nelle cisterne. «Ok, procedo così», disse l’operaio mentre il commerciante si allontanava per recuperare qualcosa dal negozio. Ma alzando la griglia, il cinquantaduenne perse l’equilibrio, si sbilanciò e cadde da tre metri di altezza. Morì sul colpo. Le indagini portarono la procura a individuare i due imputati come titolari di una posizione di garanzia, ma gli atti hanno dimostrato altro.
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