COLD CASE
Parabiago, un mistero lungo dodici anni

Venerdì 11 marzo 2011 Giovandomenico Mazzotta saluta la moglie Carmela ed esce dalla sua abitazione di via Principe Amedeo a Parabiago. In tasca ha la tessera sanitaria e una manciata di spiccioli che gli servono per comperare una nuova maniglia per una porta di casa, l’intenzione è però quella di fare un salto prima al circolino di via IV Novembre, giusto per salutare gli amici.
Mazzotta inforca la bicicletta da donna verde che è solito usare quando si sposta in paese, e semplicemente sparisce nel nulla. Da allora sono passati quasi dodici anni. Dodici anni di mistero che hanno portato all’unica conclusione possibile: Giandomenico dev’essere morto, anche se quando e come non si saprà mai.
LA SENTENZA
La sentenza di morte presunta di Giandomenico Mazzotta, ex operaio all’Alfa Romeo di Arese che a Parabiago viveva da 26 anni, è stata pubblicata nelle scorse settimane dal Tribunale di Busto Arsizio: «Con sentenza numero 17/2022 - si legge nella nota - il Tribunale di Busto Arsizio dichiara la morte presunta d Giovandomenico Mazzotta, nato a Filadelfia (Catanzaro) l’11 settembre 1940, evento verificatosi in Parabiago il 13 marzo 2011 alle ore 13.15». La data e l’ora dell’evento sono quelle in cui Carmela Masdea , la moglie, ha salutato per l’ultima volta suo marito: tra l’abitazione dei Mazzotta e il Circolimo di via IV Novembre c’è poco più di un chilometro di strada, ma Giovandomenico al circolino non era mai arrivato. Così come non era mai arrivato dal ferramenta. La moglie lo aveva aspettato per tutta la giornata, poi per tutta la notte. La mattina dopo, comprensibilmente preoccupata, aveva avvisato uno dei suoi quattro figli, che si era precipitato nella caserma dei carabinieri di Parabiago per sporgere denuncia. Se Mazzotta fosse scomparso oggi, forse la telecamera di uno dei tanti sistemi di sicurezza sparsi per l’Alto Milanese avrebbe potuto inquadrarlo mentre pedalava su qualche strada, regalando qualche spunto utile agli inquirenti. Dodici anni fa però di telecamere in giro per Parabiago ce n’erano poche, e nessuna aveva inquadrato il settantenne e la sua bicicletta verde.
LE RICERCHE
I carabinieri avevano quindi dato il via a ricerche più tradizionali: con l’ausilio della protezione civile e delle unità cinofile avevano battuto palmo a palmo i campi e i boschi attorno a Parabiago. Alle squadre si unirono anche diversi volontari, per giorni le ricerche si concentrarono soprattutto nella zona del canale Villoresi, che Mazzotta era solito frequentare nei mesi estivi. Tra le ipotesi che erano state formulate all’epoca, anche quella che il pensionato fosse caduto in acqua. Ma nel canale non fu mai trovato nulla, né il corpo di Mazzotta né la sua bicicletta. Una fotografia dello scomparso fu mostrata anche a dei taglialegna che in quei giorni erano impegnati nel disboscamento degli argini del canale, ma nessuno di loro lo aveva visto. Al momento della scomparsa, Mazzotta indossava un paio di jeans, giubbotto di pelle nera e un cappello. Neanche gli indumenti sono mai stati ritrovati, scomparsi nel nulla così come la bicicletta.
LE IPOTESI
Formalmente, fino alla sentenza di morte presunta pronunciata dal Tribunale, le indagini sulla scomparsa di Giovandomenico Mazzotta non sono mai state archiviate. Ma dal 2012 dopo aver battuto una serie di piste l’indagine era stata di fatto dimenticata in un cassetto «per totale mancanza di indizi». Eppure all’inizio gli inquirenti le avevano pensate tutte: Mazzotta non può essere rimasto vittima di un malore, di un incidente o di un suicidio, perché altrimenti il suo corpo sarebbe stato ritrovato: non può avere organizzato una fuga, perché non aveva preso neanche i documenti e in tasca aveva pochi spiccioli; non poteva avere accumulato una fortuna di nascosto dalla famiglia con l’obiettivo di farsi una nuova vita, perché la pensione di ex operaio bastava appena a mandare avanti la casa; non è tornato a Filadelfia, dove aveva ancora dei parenti, perché anche là nessuno lo ha più visto. L’uomo, che all’epoca della scomparsa aveva 70 anni e che quest’anno ne avrebbe compiuti 83, è semplicemente svanito nel nulla. A questo punto, la sua fine resterà per sempre un mistero.
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