LA PROTESTA
Parco Sempione a pezzi
Panchine e percorso vita, rotti dai vandali, non vengono sostituiti

Quando si dice cadere a pezzi. Per il Parco Sempione è proprio il caso di usarla, questa espressione idiomatica che ritrae bene una situazione ormai risaputa.
Se finora le cronache si sono concentrate sulle panchine, per effetto delle sollecitazioni del gruppo di assidui frequentatori che passa sotto il nome di Amici del Parchetto, ora sotto i riflettori sono finiti gli attrezzi del percorso vita. L’ultimo a schiantarsi ha reso celebre il ginnasta olimpionico Yuri Cechi. Chi volesse iniziare a ripercorrere le stesse orme a partire dal Parco Sempione è meglio che lasci perdere: di tre che erano, gli anelli sono rimasti due da un paio di giorni, ossia da quando il più alto dei tre ha lasciato la sbarra di sostegno. Sarebbe il meno, se non fosse che la caduta degli anelli si aggiunge a una lunga serie di ammaloramenti che sta mettendo in scacco l’intero percorso vita.
A catalizzare gli interessi dei numerosi frequentatori, che davvero non mancano mai, è rimasta giusto la pista per l’attività podistica. Anche ieri, quando per le strade della città si è svolta una piccola maratona, il circuito di semplice cemento che corre a lato del Sempione era frequentato, come tutte le domeniche di sole e non. In quanto agli attrezzi, solo una persona provava a cimentarsi sugli anelli rimasti, incurante dell’avviso a pennarello, che recita: “Attrezzo rotto. Non usare. Pericolo”.
In quanto alle panchine, gli stessi Amici del Parchetto, lo scorso luglio, si sono adoperati in un censimento che riconosce la piena fruibilità ad appena quattro delle quindici disseminate per il parco. Una è addirittura rimasta con un’asse sola. Ne seguì una lettera aperta al sindaco Emanuele Antonelli, con la preghiera di iniziare dalle panchine la riqualificazione di uno spazio verde tra i più belli, armonici e frequentati della città. Mentre il sindaco assicurava la sostituzione delle panchine in tempi brevi, prospettando anche l’eventualità di un circuito simile a quello del parco Foscolo - succedeva prima delle vacanze estive - c’è stato tempo per le siepi di crescere talmente da nascondere del tutto la bacheca all’ingresso.
Un’attesa che Angelo Brazzelli, uno degli Amici del Parchetto, si spiega solo ipotizzando problemi nel coinvolgimento di chi ha preso in gestione gli adiacenti campi da tennis in vista di un’integrazione dei due spazi: «Altrimenti davvero non si capisce perché non siano state cambiate le panchine, che a quanto ci hanno riferito dall’ufficio tecnico sarebbero in qualche magazzino, pronte a subentrare a queste ridotte a pezzi».
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