DAVANTI AL PM
Busto, furti ai parcometri: la confessione in lacrime
Interrogata la dipendente Agesp arrestata per peculato: «Lo facevo per aiutare la famiglia». E ammette di aver sottratto quasi 100mila euro

Rotto il silenzio. Ieri pomeriggio, venerdì 10 febbraio, Nicoletta Iudice, la cinquantunenne dipendente di Agesp attività strumentali arrestata per peculato si è fatta interrogare dal pubblico ministero Nadia Calcaterra. Versando tutte le lacrime e singhiozzando ha ammesso di aver sottratto circa 95mila euro dai parcometri che aveva il compito di svuotare. Difesa dall’avvocato Francesco Trotta ha spiegato il funzionamento del tastierino che interferiva con l’emissione delle strisciate delle monete contenute nel cassetto rendiresto e come gli fosse balenata l’idea. «Un giorno vidi un tecnico che per questioni di manutenzioni usò quello strumento e decisi di provare».
IL LICENZIAMENTO E LA VERGOGNA
La donna, che è ai domiciliari da metà gennaio, nel frattempo è stata licenziata dalla società partecipata. «Mi vergogno moltissimo di ciò che ho fatto, mi dispiace, ho sbagliato. L’ho fatto per aiutare la mia famiglia, per dare una mano a mia sorella che ha tanti problemi e ai miei due figli». Ma anche per saldare il conto di alcuni gioielli che non aveva ancora finito di pagare. Nessun trattamento estetico però: a quanto pare l’indagata avrebbe aperto un finanziamento per un trattamento medico al piede che però non è coperto dal servizio sanitario. Non era insomma un centro benessere bensì un centro clinico.
SCAGIONATI I COLLEGHI
Iudice ha scagionato i colleghi da qualsiasi sospetto di connivenza. Il drenaggio di monete era un trucco che non aveva condiviso con nessuno e che lei praticava con una certa sistematicità da novembre del 2021. «Prima mi ero appropriata di qualche piccola somma, ma niente di che perché avevo paura di essere scoperta». I versamenti sui conti analizzati dalla guardia di finanza denotano introiti di tutto riguardo, ma la cinquantunenne ha voluto chiarire la natura di parte di quei guadagni: «Facevo le pulizie in nero, le ho fatte anche qui, in tribunale e in procura, quando c’era bisogno di una sostituzione».
IL PARCOMETRO ABBATTUTO
L’inchiesta partì dall’abbattimento di un parcometro travolto da un automobilista che aveva perso il controllo del veicolo. I tecnici chiamati a ripristinarlo si accorsero che il programma del rendiresto della colonnina era stato alterato al rialzo. Il tetto massimo di monete non era conforme a quanto previsto, quindi Agesp fece controllare gli altri trentotto apparecchi distribuiti in città e constatò identiche anomalie. Gianfranco Carraro, direttore generale della società e Alessandro Della Marra, rappresentante legale si recarono dalla guardia di finanza e segnalarono gli ammanchi. Le fiamme gialle attivarono intercettazioni ambientali e telefoniche che non lasciano margini di equivoco sulle responsabilità della ex dipendente che proprio per il suo ruolo era incaricata di pubblico servizio. Le microcamere ne hanno seguito ogni movimento da quando usciva di casa a quando ci rientrava dunque gli episodi risultano documentati. Intanto la procura sta approfondendo la posizione di altri due dipendenti - difesi dagli avvocati Ermanno Talamone e Luca Abbiati - che avrebbero timbrato l’uno per l’altro, così da potersi ritagliare del tempo libero in orari di lavoro.
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