IL PROBLEMA
Patenti facili, s’allunga la lista
Nei guai anche un camionista di Ponte Tresa: «Regolare il mio esame di guida»

Si allunga la lista delle “patenti sequestrate” ai varesini che hanno svolto l’esame con un funzionario della Motorizzazione di Como accusato di corruzione e arrestato qualche mese fa. Sostanzialmente, a seguito dell’indagine, la Procura del capoluogo lariano ha chiesto il sequestro di decine di patenti rilasciate dal dirigente finito sotto inchiesta. E tra queste, ci sono, appunto, anche varesini: finora sono emersi i casi di un camionista di Malnate, di una ragazza di Varese e altri due casi di Venegono Inferiore.
Ma leggendo dello “scandalo”, ha capito di esserci finito dentro pure un altro autista di Lavena Ponte Tresa, Raffaello Zamprogna. Autista sulla carta ma, purtroppo per lui, rimasto a piedi: «Il 21 dicembre - racconta - stavo portando mio papà in ospedale quando due agenti sono venuti a casa mia per sequestrarmi la patente. Mi sono sentito malissimo, come un delinquente, ma io non c’entro niente».
Tutta colpa dell’esame svolto con il funzionario infedele, almeno secondo quanto sostiene l’accusa: «Il mio - sostiene invece l’autista pontresino - è stato un esame regolarissimo. Me lo ricordo ancora oggi anche se è passato un anno: dal deposito sono partito col bus alle ore 8.30 e siamo rientrati alle 9.35. E’ stato complicato, ma è filato tutto liscio. Loro, invece, sostengono che abbia guidato solo 40 minuti».
Alla fine dei quali, Zamprogna sperava di poter guidare i pullman: «Ho investito tanto su questo mestiere perché, dopo due anni senza lavoro, pensavo di poter trovare un impiego con la patente D. E invece mi hanno detto che, ora, devo ricominciare tutto da capo. Non è giusto: addirittura stavo pensando di specializzarmi per il trasporto delle merci. Spero che il mio avvocato, Fabio Margarini, riesca a ottenere giustizia».
Il sequestro di centinaia di patenti di guida, invece, è conseguente all’indagine della Pocura di Como, che ha rilevato come «numerose patenti di guida sono state ottenute mediante l’irregolare superamento dell’esame pratico».
A dirlo sono i rilevamenti del Gps posti sull’autovettura del funzionario indagato, da cui «è emerso che lo stesso effettuava l’esame di guida con una durata inferiore ai tempi previsti dalla legge». E cioè 25 minuti per le patenti A, B, BE e 45 per le restanti. Perché?
Secondo la Procura molte patenti sono state rilasciate dietro pagamento di denaro, «come emerge dalle dichiarazioni confessorie» di alcuni «coindagati».
Di conseguenza la Procura ha deciso di acquisire i documenti (le patenti) che, oltretutto sarebbero «fonte di potenziale pericolo, trattandosi di abilitazioni alla guida per cui non è stata accertata l’idoneità dei candidati». Morale: centinaia di patenti sono finite sotto sequestro.
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