LA NOVITÀ
Sulla ciclabile pedala la discordia
Casbeno divisa sulla pista di via XXV Aprile: più traffico ma anche un vantaggio per gli utenti delle due ruote

Idealmente dovrebbe unire il centro città al lago, ma per ora la nuova pista ciclabile di via XXV Aprile divide i varesini. A Casbeno i commenti sulla nuova infrastruttura variano in un continuo sali-scendi: dalle bocciature senza appelli, per usare un eufemismo, agli entusiastici “Finalmente!”.
«Mettere una pista ciclabile qui è sbagliato, sono molto contrariato- spiega Roberto uscendo dalla panetteria che si affaccia sulla rotonda di Piazzale Libertà-. Qui ci sono negozi e la strada ora è più stretta. Non va bene né per i commercianti né per chi è di passaggio».
Gli fa eco Aldo, anche lui con il pane sottobraccio: «Questa operazione ha suscitato in me molta perplessità, al mattino questa strada era già molto trafficata prima, figuriamoci ora».
Su questa via si affacciano tante scuole e circa ottomila alunni passano di qui per entrare e uscire dalle classi. Il Comune ha provato a diminuire il flusso di auto sulla via principale invitando i genitori a lasciare i figli nelle vie laterali e provando a incentivare l’uso della bicicletta: «Ma per ora è solo aumentato il livello di disagio - racconta Franco-. Ora con la carreggiata più stretta i pullman faticano a incrociarsi e basta che un solo bus si fermi per bloccare la circolazione. Ieri ero in macchina e se ne incroci uno o ti fermi oppure rischi di schiantarti. Vorrei andare dal sindaco e chiedergli cosa gli è passato per la mente».
«Sono cresciuti solo i problemi - conferma Massimo -. Accompagnare i figli a scuola è sempre più complicato. Non vedo tanti ragazzi che hanno voglia di prendere la bici per andare in classe: io lavoro in Belgio e in Olanda, lì la usano molto di più ma perché i loro paesi sono tutti in piano e perché c’è una cultura diversa. Inoltre trovo assurdo che da un lato della strada la pista sia protetta mentre dall’altro si sia optato solo per un semplice cambio di colore dell’asfalto: in questo modo non si tutelano neanche i ciclisti. Mi sembra sia un progetto ambizioso ma molto ideologico, perché costringe i cittadini ad adeguarsi a un nuovo modello culturale».
Secondo Laura il provvedimento è ridicolo: «Quanti ciclisti passeranno di qui durante il giorno? Sicuramente pochi, i commercianti sono furiosi e per di più ora dovranno pure togliere alcuni dei parcometri che hanno installato da poco».
Ma passeggiando a fianco della nuova corsia per bici si incontrano anche opinioni positive: «Finalmente un’opera per noi ciclisti - esclama entusiasta Renato dal sellino della sua bici -. Prima era pericoloso spostarsi in bici qui, ora ne parlano tutti. Addirittura mi hanno chiesto informazioni da Venegono. Se si pubblicizza bene questa ciclabile può diventare un richiamo per i turisti, soprattutto se verrà collegata a quella del lago».
Anche Enzo è contento: «Gli autisti si spostano solo con i camion mentre con i ciclisti diventano idrofobi. Questa pista era necessaria. Chi si lamenta perché non può più portare i figli in classe con la macchina li lasci andare a piedi, io sono cresciuto così per andare a scuola e sono sano come un pesce». Dello stesso parere Alessandra: «Per me è positiva. Io insegno qui e i miei figli li ho sempre lasciati alla rotonda, così entrano in classe più svegli».
Per Federico il rancore nasce per un’altra questione: «Io trovo che questa ciclabile sia utile in una città di tradizione ciclistica come Varese. Tanti concittadini se la prendono con la giunta perché gli hanno tolto i parcheggi, che prima erano pure gratis. Casbeno era considerato il parcheggio di Varese, ora la pacchia è finita».
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