IL PROVVEDIMENTO
Svizzeri qui senza Green pass
Berna esonera frontalieri e residenti nei Comuni di frontiera dalle nuove regole. Salvo lo shopping. Plauso del sindaco
I turisti della spesa che risiedono nella aree di confine non sono obbligati a fare un tampone per rientrare in Canton Ticino dopo gli acquisti in Italia. Le nuove regole di contenimento del virus decise da Berna che inevitabilmente toccano anche l’intera regione di frontiera, Varesotto e Comasco in testa, sono infatti derogate per frontalieri, i passeggeri in transito diretto, e coloro che entrano in Svizzera dalle aree di confine dove risiedono.
Per tutti gli altri le regole sono diverse: il Consiglio federale vuole infatti prevenire un aumento delle infezioni dovuto al rientro dalle vacanze autunnali e ha pertanto deciso che da lunedì 20 settembre le persone non vaccinate o non guarite dovranno presentare un test negativo all’entrata in Svizzera.
Tra il quarto e il settimo giorno dopo l’arrivo dovranno sottoporsi a un secondo test. Esentati da tutto ciò sono chiaramente coloro che hanno fatto il ciclo vaccinale.
Il Governo ticinese aveva richiesto nei giorni scorsi a Berna che il tampone obbligatorio d’ingresso venisse esteso anche per i soggiorni transfrontalieri di breve durata e la notizia aveva creato preoccupazioni nei commercianti delle zone di confine. Quel “breve durata” ha lasciato intendere un divieto nemmeno troppo velato alla spesa in Italia.
Berna ieri, venerdì 17 settembre, ha deciso diversamente. Ha espresso da subito la sua soddisfazione per questa risoluzione del Consiglio federale il sindaco di Lavena Ponte Tresa, Massimo Mastromarino, che è pure presidente dell’Associazione Comuni Italiani di Frontiera (Acif), il quale nei giorni scorsi aveva chiesto riflessioni, non decisioni affrettate. «Accogliamo con soddisfazione questa decisione che riconosce la peculiarità dei territori e dei Comuni di frontiera, come già avvenuto a partire da giugno con la zona di libera circolazione 30+30 chilometri - sottolinea poco dopo l’annuncio a Berna -. Si riconosce l’importanza delle relazioni commerciali, sociali e culturali, credo che si possa affermare che è insomma una frontiera che unisce e non divide».
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