LEGAPRO
Pro Patria, tocca a Marco Tosi
IL d.s. Tricarico spiega i motivi dell'esonero di Monza: "Nelle cinque partite della sua gestione non si sono registrati i risultati attesi. Scelta fatta con Vavassori: qui nessuno vuol retrocedere"

Aldo
Monza è già ai titoli di coda: non è più
l'allenatore della Pro Patria. L'esonero - a sorpresa - nella mattinata di ieri
dopo un summit telefonico, secondo quanto è dato sapere, fra il d.s. Fabio Tricarico e patron Pietro Vavassori. Al suo posto è stato scelto Marco Tosi,
toscano, 51 anni, tecnico esperto e giramondo con un curriculum non di
primissima fascia. Ha allenato, fra gli altri,
Potenza, San Marino, Giulianova, Milazzo e Poggibonsi. La scelta di Vavassori e
di chi collabora con lui è valutabile come l'ennesima scossa, forse l'ultimo
tentativo per acciuffare almeno il quint'ultimo posto e salvarsi. Ufficialmente
Aldo Monza paga per la mancanza di risultati: cinque partite, cinque punti, una
vittoria, due pareggi e due sconfitte nel suo palmares, ma potrebbe anche pagare
le esternazioni del dopo partita sul "caso" Arati. E ci
potrebbe essere un nesso fra questo esonero e l'eclisse di Antonelli, in
pratica destituito dopo le sue dichiarazioni con le quali chiedeva
chiarezza. Forse
la chiarezza servirebbe per capire il momento, tecnico e societario. La squadra
fatica, la società è sempre sul filo del rasoio con l'acclarata volontà del
patron, deciso a passare la mano, e la cessione, di cui si parla da mesi, non
ancora avvenuta. Nel clima di incertezza la squadra fatica a trovare
un'identità. Con Oliveira praticava un calcio bello da vedere ma
insostenibile per una rosa carente di esperienza e qualità a centrocampo e in
difesa. Con Monza si è ribaltato il concetto tattico con più attenzione alla
fase difensiva pur se il cambio dei fattori non ha prodotto quello che ci si
aspettava. L'allenatore uscente ha le sue colpe ma non ha avuto
il tempo per dare un'identità, per trovare compiutamente la condizione fisica di
cui la squadra ha bisogno. Purtroppo la Pro Patria non ha più tempo di aspettare
nessuno: ormai alla fine del girone di andata la classifica è quella che è, il
Pordenone, ultimo, è lontano ma non lontanissimo dai tigrotti mentre c'è ancora
una piccola speranza di agguantare la quint'ultima
piazza
Toccherà a Marco Tosi ma toccherà pure alla società
dire con certezza qual è l'obiettivo. Se davvero è quello di
rimanere in categoria, occorre un cambio di marcia, in primis una sterzata
decisiva per spazzare via le voci secondo cui la fase di transizione sarebbe già
conclusa. Quindi il mercato di riparazione (mai termine fu più appropriato...)
per sfoltire la rosa e sistemare i ruoli palesemente scoperti. Sennò questo
ennesimo cambio di allenatore sarà fine a se stesso, i problemi rimarranno tali
così come incerto sarà il
futuro.
TRICARICO SPIEGA I MOTIVI - «Da
adesso in poi, non ci sono più scuse». È stato questo, a grandi linee, il senso
del discorso che il diesse biancoblù Fabio Tricarico ha tenuto alla squadra prima dell'inizio della sessione d'allenamento
diretta dal vice Fabio Castellazzi. L'esonero di Aldo Monza, il secondo in casa Pro Patria da inizio stagione, ha fatto clamore: «Due allenatori cambiati nel
giro di due mesi: nella mia esperienza, anche da calciatore, non mi era mai
capitato. Ma queste, piacciano o non piacciono, sono le regole di un calcio che
non può
aspettare».
Un
esonero dettato principalmente da ragioni
calcistiche? «Abbiamo preso questa scelta a malincuore - precisa
Tricarico, utilizzando non a caso un plurale maiestatis - ma nelle cinque
partite della sua gestione non si sono registrati i risultati attesi. Si è visto
un cambio di marcia nei metodi di lavoro durante la settimana, ma l'inversione
di tendenza riscontrata negli allenamenti non si è purtroppo tramutata nei punti
in
campo». - Come
si legge questo esonero, in relazione alla presenza di Vavassori sulle tribune
dello
"Speroni"? «Vavassori è il patron: la sua presenza è stata
innanzitutto un segnale di vicinanza alla squadra. E il fatto che si sia presa
questa decisione, seppur sofferta vista la grande professionalità mostrata da
Monza, è perché qui nessuno vuole
retrocedere». Non
crede che ad influire sull'esonero possano essere state certe dichiarazioni ("io
sono un dipendente della società: ne devo prendere atto") rilasciate da Monza in
sala stampa in merito al caso
Arati? «E'
evidente che se non si fanno è meglio, ma le dichiarazioni non hanno
assolutamente
inciso». - Può
essere che Monza, vedasi la gestione di D'Errico, abbia pagato uno scarso
feeling con la
squadra? «Nego
anche questa interpretazione, anzi d'ora in poi tutti i giocatori dovranno
responsabilizzarsi ancor di
più». -
Quando e da chi è stato comunicato
l'esonero? «Sono
stato io stesso a chiamare Aldo, mi ero sentito
con il patron e a malincuore si è deciso di imboccare questa
strada».
LA SCHEDA - Il nuovo allenatore dei tigrotti Marco Tosi è nato a
Livorno il 12 febbraio 1963. Una carriera iniziata nei dilettanti toscani del
Tuttocalzature nel 1996/97. Nel biennio successivo Fucecchio ed Armando Picchi sempre
nei dilettanti. Dal 1999 al 2007 ha fatto il "secondo" nel Livorno
collaborando con Mazzarri e Donadoni. È ripartito dal Potenza in C1 dove è subentrato ma è stato a sua volta
sostituito. San Marino in C2 subentrando. La Rossanese in D, sesto posto. Nelle
ultime quattro stagioni sempre in C2, nell'ordine Vibonese (terz'ultimo posto con
salvezza nel girone C con una sola retrocessione il Pomezia poi radiato),
Giulianova (subentrando a 5 gare dalla fine, la società fallì e dovette
ripartire dall'Eccellenza), Milazzo (retrocesso e fallito) subentrando e Poggibonsi
(retrocesso) dove venne esonerato ad otto giornate dalla fine.
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