LA TESTIMONIANZA
«Ho bloccato il rapinatore, nessuno mi ha aiutato»
Varese: il racconto del gioielliere di via del Cairo finito in ospedale

Di nuovo al lavoro. E molto arrabbiato. Claudio Montuori, il gioielliere di 56 anni di via del Cairo a Varese, vittima venerdì mattina 19 settembre di un furto che si è poi trasformato in rapina, l’altro ieri pomeriggio è stato per diverse ore in ospedale dopo che era caduto dall’auto in corsa dei malviventi nel tentativo di fermarli, ma ieri mattina è tornato nel negozio-bomboniera Tempo al Tempo che gestisce con la moglie nell’area pedonale da una decina d’anni.
«NESSUNO HA ALZATO UN DITO PER AIUTARMI»
«Se qualcuno mi chiede se sto bene, rispondo di no. E mi arrabbio se qualcun altro mi dice che tutto sommato sono stato fortunato. Fortuna è vincere al gratta e vinci, certamente non vivere un’esperienza come quella che ho vissuto io. Non dico che Varese è una città poco sicura, ma quando ho inseguito il ladro che mi aveva portato via un orologio di grande valore, si parla di 25mila euro, e l’ho preso in via Veratti, nessuno ha alzato un dito per aiutarmi, anche se gridavo “mi ha rubato un orologio!”. C’è poca attenzione agli altri, anche nel pieno centro di Varese, c’è poco decoro, ci sono troppe vetrine vuote qui intorno e questo non è stato il primo tentativo di furto nel mio negozio, purtroppo queste sono cose all’ordine del giorno».
«PENA ESEMPLARE»
Montuori non ha nulla da dire però su chi l’ha soccorso e su chi sta conducendo le indagini. «Il personale sanitario e i carabinieri sono stati bravissimi, so che chi indaga sta cercando di identificare il rapinatore e il complice che lo aspettava in auto. Speriamo bene, anche se so che il mio orologio non lo rivedrò più. E mi auguro che gli autori del colpo di venerdì, se arrestati, non vengano rimessi subito in libertà. Cosa che sarebbe successa se avessero fatto “solo” un furto con destrezza».
IL FILM DELL’ASSALTO
Ricostruiamo allora quello che è successo al numero 1 di via del Cairo intorno alle 12.30 di venerdì. «Ero qui con mia moglie e abbiamo subito capito che quel cliente che chiedeva di entrare in gioielleria era un tipo sospetto. Ma cosa fai? Gli dici “qui non la vogliamo”? E allora è entrato. Un uomo massiccio, sicuramente straniero, ha chiesto se parlassimo spagnolo e poi ha parlato in inglese. Ha esaminato diversi orologi, sul bancone ne ho messi quattro e poi ho visto che armeggiava nella vetrina accanto alla porta e prendeva un orologio. Aveva avuto l’accortezza di lasciare la porta solo accostata, senza far scattare la serratura, quando era entrato e così l’ha aperta ed è scappato. Certo, potevo provare a bloccarlo dentro il negozio, ma è una cosa che non si fa perché non puoi sapere se il tuo ladro ha in tasca un coltello o una pistola, e che cosa farà quando si troverà chiuso dentro. Per questo ho preferito lasciarlo andare e inseguirlo in strada: era una situazione decisamente più sicura per me».
TRENTA METRI DI INCUBO
Il ladro destinato a diventare rapinatore scappa dunque in direzione di via Veratti tallonato dal gioielliere e il “placcaggio” avviene vicino all’auto del complice. «L’ho preso e gridavo, ma non è intervenuto nessuno, e così lui mi ha trascinato dentro la Mercedes ferma in via Veratti, sono entrato anch’io nella parte anteriore dell’abitacolo, e la macchina è partita a tutta velocità. Abbiamo fatto una trentina di metri e poi mi hanno buttato fuori e sono caduto a terra. Potevo picchiare con la testa contro qualcosa e adesso non sarei qui a raccontare la storia».
UNA TARGA «STRANA»
Chi ha assistito a tutta la scena ha riferito che la targa della Mercedes aveva qualcosa di strano: difficile pensare che i malviventi abbiano agito con un’auto di proprietà e con la targa vera. Il mezzo potrebbe essere stato rubato in precedenza o forse è stata rubata solo una targa che è stata poi applicata su quella autentica. In ogni caso un ruolo fondamentale nelle indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura della Repubblica, l’avranno le immagini registrate dalle diverse telecamere pubbliche e private presenti in zona. Da parte del pm e dei militari è appunto in corso l’attività di visione delle diverse videoregistrazioni, così da arrivare a identificare la coppia che ha colpito in via del Cairo in pieno giorno.
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