LA SENTENZA
Rapina in trasferta. Condannati
Pene da due a tre anni e mezzo per la banda arrivata da Palermo

In trasferta da Palermo, a febbraio vennero arrestati mentre si preparavano ad assaltare la banca. Salvatore Algozzino, Eugenio D’Alleo, Fabio Marotta, Salvatore Raineri e Monica Salpietro sono stati condannati dal gup Nicoletta Guerrero a pene che variano da un minimo di due anni (è il caso della donna) al massimo di tre anni e sei mesi (un semestre in meno solo ad Algozzino).
Il gruppo era monitorato da tempo dai carabinieri di Lodi che indagavano su un assalto da circa 60mila euro in una banca lodigiana commesso l’8 gennaio.
La mattina del 5 febbraio presero di mira la filiale caronnese del Credit Agricole Cariparma, in viale Cinque giornate. Gli investigatori lodigiani, con la collaborazione dei colleghi locali, li fermarono proprio a un passo dall’entrare in scena. Nelle loro auto vennero trovati non solo sciarpe e cappellini tipici del mestiere, ma anche le fascette di plastica autobloccanti con cui legare i clienti e i dipendenti, modus operandi molto simile a quello usato ai danni della filiale della Banca di Credito Cooperativo Laudense di Graffignana il mese precedente.
I cinque erano professionisti organizzati: uno di loro, noto per i suoi precedenti, si era addirittura preoccupato di spalmarsi sulle mani una colla a presa rapida per non lasciare impronte digitali.
Al termine dell’arringa l’avvocato Francesca Cramis - alla quale si sono associati gli altri difensori - chiese l’assoluzione dall’accusa di tentata rapina rileggendo il fatto come «atto preparatorio». Ma a parere del giudice (come si legge nelle motivazioni redatte con l’aiuto del tirocinante Marco Fazio) l’episodio va inquadrato così come lo intende la cassazione, che «ha operato una vera e propria gradazione degli atti preparatori, introducendo una nuova fase dell’iter criminis, il quale si articola in ideazione, atti preparatori che non denotano prontezza dell’azione, atti preparatori che denotano immediatezza dell’azione, esecuzione e consumazione».
Gli avvocati ora valuteranno un possibile ricorso in appello per rivedere la qualificazione dei fatti. Nel frattempo a D’Alleo, Ranieri e Algozzino sono stati concessi gli arresti domiciliari a Palermo.
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