ROMA
Rapporto Reuters, l'ANSA ancora prima per affidabilità

(ANSA) - ROMA, 17 GIU - Il crollo di interesse per le notizie
nel contesto della guerra in Ucraina e Medio Oriente, i
deepfake, l'avanzare dell'intelligenza artificiale, l'ascesa dei
video, la scarsa disponibilità a pagare per le news online, il
calo di social tradizionali come Facebook e X per la fruizione
dei contenuti. Nell'anno che vede un numero record di elettori
chiamati alle urne in tutto il mondo, sono questi gli elementi
che generano pressioni e incertezze nel mondo dell'editoria. È
il quadro che emerge dal Digital News Report 2024 dell'Istituto
Reuters, che per il settimo anno consecutivo certifica l'ANSA
prima in Italia per affidabilità tra le testate d'informazione.
Secondo l'analisi annuale, condotta in 47 Paesi e arrivata
alla tredicesima edizione, l'ANSA guida la classifica con la
fiducia degli italiani che si attesta al 75%, seguono SkyTG24,
Il Sole 24 Ore e il Tg La7. ANSA.it è terzo tra i siti
d'informazione: il 18% lo naviga ogni settimana. Primo sito è
Fanpage, secondo TgCom24 online, quarto SkyTg24, quinto
Repubblica.it. Tra tv e radio, i tg Rai sono primi seguiti da
Mediaset, terza TgCom24, quarta SkyTg24.
Secondo il Rapporto, in Italia rimane stabile al 34% la
fiducia complessiva nelle notizie, mentre calano al 10% gli
italiani che pagano per gli abbonamenti. La fruizione delle
notizie cartacee continua a diminuire: il 13% dichiara di
utilizzare fonti di stampa (-3% su anno). Scende di quattro
punti percentuali la tv (65%), mentre il 69% le fruisce online
(-1% su anno). L'82% legge le notizie dallo smartphone. C'è una
accelerazione della crisi dei giornali a causa di un
"consistente calo delle copie vendute (-37% dal 2019 al 2023) e
degli inserzionisti che preferiscono altre piattaforme". La
pubblicità online (58%) ha preso il posto di quella in tv (29%)
e carta stampata (5%). Ma la parte da leone (85%) la fanno
Google e Facebook, con gli editori che generano solo una piccola
parte (15%) dei ricavi pubblicitari digitali.
A livello mondiale, il Rapporto Reuters registra un crollo
record per l'interesse delle notizie e "i conflitti in Ucraina e
Medio Oriente potrebbero aver avuto un impatto". Fino al 39%
degli intervistati afferma di evitare le notizie (+3% su anno)
con aumenti più significativi in ;;Brasile, Spagna, Germania e
Finlandia. In stallo gli abbonamenti: solo il 17% dichiara di
aver pagato per le news. "Le prospettive di attirare nuovi
abbonati restano limitate per lo scarso interesse e l'abbondanza
di fonti gratuite. Il 55% di chi attualmente non è abbonato non
pagherebbe nulla per le notizie online", osserva la ricerca.
Nell'anno in cui miliardi di cittadini sono chiamati nel
mondo, sei persone su 10 (il 59%) sono allarmate perchè non
riescono a distinguere online i contenuti affidabili da quelli
inaffidabili, soprattutto su piattaforme come TikTok e X, l'ex
Twitter. E cautela viene espressa dai 100mila intervistati
sull'uso dell'intelligenza artificiale generativa per le
notizie, soprattutto le 'hard news' come la politica e la
guerra. Solo il 23% negli Usa e il 15% in Europa è favorevole
alla scrittura prevalentemente con l'IA e la supervisione umana.
C'è più apertura a notizie scritte da giornalisti con l'aiuto
dell'intelligenza artificiale generativa: favorevole il 42% in
Usa e il 33% in Europa.
Cresce infine il formato video per la fruizione di notizie -
il 66% accede ogni settimana, soprattutto i giovani - mentre i
podcast restano "un'attività minoritaria". Cala infine la
fruizione delle news dai social tradizionali come Facebook e X.
"Questo ecosistema più complicato e la crescente concorrenza nel
catturare l'attenzione dei lettori costringono giornalisti ed
editori a lavorare molto più duramente per catturare il pubblico
e convincerlo a pagare per le notizie", conclude Rasmus Nielsen,
direttore dell'Istituto Reuters. (ANSA).
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