LE OPERE
Renzo Dionigi racconta la nascita dell’Insubria, 25 anni fa
Le vicende che hanno portato alla fondazione dell’ateneo. Sant’Agostino e il linguaggio medico protagonisti di altri due testi

L’Università dell’Insubria ha appena compiuto 25 anni. E il libro “L’Università dell’Insubria. I primordi: memorie, testimonianze e riflessioni”,
di Renzo Dionigi, docente emerito di Chirurgia generale e rettore dell’Università dal 1998 al 2012, ne celebra le memorie. Nel 2023, in più occasioni, docenti in quiescenza, docenti in attività, ricercatori e personale tecnico-amministrativo impiegato, hanno celebrato il venticinquesimo anniversario dell’istituzione dell’Ateneo varesino. Nel libro sono raccolte vicende accademiche, più o meno note, determinanti per l’istituzione di questa Università, soprattutto durante i quattordici anni del primo rettorato.
Ma, di recente, Renzo Dionigi, ha composto altre opere degne di nota. Nel milletrecentesimo anniversario del trasporto delle reliquie di Sant’Agostino, conservate nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, a Pavia, l’Arca di Sant’Agostino e la vita del Santo sono protagonisti del libro curato dal docente. Qui sono convogliati i più recenti studi condotti da diciannove, tra studiosi e accademici, e iI testo è stato promosso dal Comitato “Pavia Città di Sant’Agostino”, da Università di Pavia e dal Centro Storie Locali di Varese. Nell’opera si racconta il fenomeno delle “grandi eresie”, l’iconografia lombarda, fino all’arte grafica del nord Europa, l’opera di scultura gotica è al centro di intensi studi e fervore culturale.
Un’altra recentissima opera porta la firma del membro dell’Istituto lombardo Accademia di Scienze e lettere. Come parlare della malattia? Quel è la direzione che il linguaggio medico dovrebbe prendere? Un viaggio “etico, civile e terapeutico”, quello compiuto da Renzo Dionigi, , nel suo ultimo libro “Le parole in chirurgia. Dal Medioevo al SARS-CoV-2”, edito da MIMESIS. «La comunicazione tra medici non può essere specialistica e inespressiva per i profani. La comunicazione ai pazienti, dai foglietti illustrativi dei medicinali ai referti diagnostici, dovrebbe essere invece assolutamente piana», si augura Dionigi.
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