L’ALLARME
Rischia la vita per un fungo
Comprata e mangiata un’Amanita Phalloides: 49enne della zona di Mercallo gravissimo

Un altro avvelenamento da funghi. Un uomo di 49 anni, della zona di Mercallo, è rimasto avvelenato dopo avere ingerito una Amanita phalloides. Attorno alla vicenda c’è il più stretto riserbo – invece mai come in questo caso bisognerebbe parlarne – dopo che la scorsa settimana la Prealpina ha dato notizia dell’intossicazione di due anziani coniugi di Cassano Magnago, avvelenamento che ha portato poi alla morte dell’uomo ultranovantenne.
Il nuovo caso di avvelenamento è stato segnalato nella zona del Sestese.
RICOVERATO AL NIGUARDA
La persona intossicata è stata trasportata dapprima negli ospedali della zona e poi trasferita al Centro Antiveleni di Niguarda dove i medici stanno facendo di tutto per salvarla e limitare le conseguenze dell’ingestione di funghi velenosi: si parla infatti di avvelenamento vero e proprio, con l’ Amanita phalloides.
COMPRATO IN STRADA
Il fungo, secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, sarebbe stato comperato da un venditore occasionale ambulante, di quelli che si mettono a bordo strada. Insieme ai “buoni”, bianconi, prataioli etc.. deve essere “cascata” nella cesta anche la pericolosissima Amanita phalloides.
Un errore tremendo che può comportare anche conseguenze irreparabili, come la vicenda della scorsa settimana insegna. I due anziani avevano infatti raccolto vicino a casa, lungo la strada sotto gli alberi, i funghi e li avevano cucinati, pensando si trattasse dei “bianconi”. Forse mai come quest’anno la stagione dei funghi è stata negativa.
Una stagione strana cominciata in ritardo, con pochi funghi e poi entrata nel vivo con una vera e propria esplosione di crescita di “matti” anche nei parchi cittadini, nei giardini delle case private e naturalmente nei boschi.
SI CERCA IL VENDITORE
Indagini da parte delle autorità competenti sarebbero in corso per individuare il venditore ambulante.
IL PARERE DEL MICOLOGO
«Posto che nulla so del caso che mi state segnalando di un nuovo avvelenamento, cosa di cui mi dispiace, posso dire che purtroppo capita sempre più spesso che persone senza autorizzazioni vendano funghi e che per pochi euro, anche solo 4 o 5, vendano sacchettini con all’interno cappelli, senza gambo - racconta il micologo e formatore di micologi in più regioni, il varesino Sergio Ruini - Un allarme che nei vari gruppi micologici è stato lanciato peraltro un paio di settimane fa dal sottoscritto: fate attenzione, non si devono mai prendere né tanto meno comperare funghi senza gambo perché spesso è proprio il gambo a dare informazioni preziose per il riconoscimento del fungo e per stabilire se sia mangereccio».
L’Amanita phalloides si contraddistingue per avere una “calza” bianca alla base del gambo - come spiega il micologo Ruini - che si chiama volva. Facile purtroppo è confondere una Amanita phalloides con un fungo mangereccio: si tratta, nel caso di bianconi o prataioli, sempre di funghi lamellati, la differenza che balza all’occhio in modo evidente per un non intenditore è proprio la “calza” alla base del gambo.
«Per questa ragione il fungo va raccolto in modo delicato alla base – continua Ruini – altrimenti alcune caratteristiche del fungo vanno perdute».
Bastano 50-70 grammi di Amanita phalloides fresca, che però si abbassano a soli 5 grammi se il fungo è secco, per provocare la morte di una persona sana di 60-70 kg (se con patologie particolari, molto meno).
AVVELENAMENTO IN 24 ORE
Il periodo di latenza per Amanita phalloides cioè il tempo dal momento in cui si è ingerita a quello in cui l’avvelenamento si manifesta in modo grave, è compreso tra le 12 e le 24 ore e più. Prima si arriva a curare nella maniera adeguata la persona intossicata, più speranze ci sono che il fungo velenosissimo non causi danni irreparabili.
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