BUROCRAZIA
«Rivoglio la mia dignità»: la battaglia di Cristiano
Aronese non più residente in città chiede aiuto, ma è impossibile darglielo. Intanto dorme in auto

«Sono aronese e ho vissuto per anni qui. Ora chiedo un piccolo appartamento in affitto per riprendermi la mia dignità. Sono invalido al 100%, dormo nella mia vecchia auto da mesi». L’appello accorato è di Cristiano Ruffin, che da mesi ormai vive nella sua auto ad Arona e chiede al Comune dove è nato ed ha vissuto per anni prima di trasferirsi in Trentino, dove ha poi incontrato la sua malattia che lo ha reso inabile al lavoro e claudicante, un aiuto per un futuro decoroso.
«Da novembre, da quando sono tornato ad Arona, vivo in auto in un parcheggio di fronte al campo sportivo di via Montenero. Nella mia auto, una vecchia Mazda ormai fuori commercio, c’è quasi tutto ciò mi resta. Un sacco a pelo, le salviette e l’acqua che utilizzo per lavarmi (due volte a settimana vado al Molinari per una doccia), qualche documento, pochi vestiti e alcune coperte Sono nato ad Arona e qui ho vissuto. Ho fatto per 11 anni l’addetto alla pulizia delle caldaie, poi ho lavorato in aziende che si occupavano di muratura, montaggio tapparelle e piastrelle. E ho imparato a saldare. Poi, 21 anni fa, mi sono trasferito in Trentino Alto-Adige, dove facevo un lavoro speciale e ben retribuito, il saldatore subacqueo. Stavo bene e giravo il mondo con il mio mestiere. Ma un giorno, uscendo dalla doccia ho avuto un mancamento e sono svenuto. Sono stato in coma per otto mesi. Ho perso il mio lavoro, ho fatto una lunga riabilitazione, mi sono ripreso, ho lasciato la carrozzina, ma nel mondo lavorativo non c’era più posto per me. Quando stavo bene avevo fatto anche del volontariato. Sono andato in crisi. Mi sono ritirato a Pieve Tesino, in provincia di Trento, ma poi la liquidazione è finita ed ho deciso di tornare sul Lago Maggiore. Mia madre vive a Gallarate ed è molto anziana, ho dei parenti, ma sono tutti in difficoltà economiche e non possono darmi una mano. Non avendo il requisito della residenza qui da almeno tre anni non posso nemmeno accedere alle graduatorie per l’assegnazione delle case popolari».
LA RICHIESTA
Insomma, una situazione drammatica, ma ora la possibile svolta: «Dal momento che finalmente ho riottenuto la mia pensione di invalidità e da poco anche il reddito di cittadinanza, ho ora una entrata di 1.100 euro che mi consente di cercarmi una casa autonomamente, ma alle istituzioni della città dove sono nato chiedo solamente dignità. Sono stato anche in albergo sia al Florida che allo Spagna per un certo periodo, ma ora l’unica offerta del Comune è di andare in un dormitorio a Villadossola. Mi sono rivolto ai servizi sociali, ma non essendo residente dicono che non possono aiutarmi. Ed è vero: risulto ancora residente a Pieve Tesino dove devo recarmi ogni tanto dal mio medico, ma per ottenere il riconoscimento della residenza qui ad Arona devo possedere una casa o un contratto di affitto. Chiedo un aiuto economico per poter pagare i mesi anticipati che mi chiede l’agenzia, non voglio elemosina. Li restituirei in poco tempo».
LA REPLICA DEL COMUNE
Il Comune spiega che tutto è legato alla residenza. Dice infatti l’assessore al Welfare Marina Grassani: «I servizi sociali hanno già più volte ascoltato questa persona, ma non possiamo offrire nulla se non ha la residenza, neppure l’albergo. L’interessato è stato ricevuto in diverse occasioni, per l’ascolto dei suoi bisogni e le sue richieste, e gli sono state fatte delle proposte. Successivamente sono stati contattati i servizi sociali di Trento, ed è stato appurato che non tutto ciò che è stato raccontato corrisponde al vero. Indipendentemente da ciò, si è cercato un dialogo con lui». Giovanni Vesco, dirigente dei servizi sociali, aggiunge: «Ad Arona ci sono tre famiglie che stanno in affitto con garanzie offerte dal Comune. L’uomo, pur avendo abitato ad Arona, non è residente». Il sindaco Federico Monti conclude: «Ho incontrato una volta questa persona, ma i servizi sociali stanno seguendo il caso. Il fatto che non abbia una residenza in loco lo penalizza».
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