FINITA L’ATTESA
Rosati, processo al via dopo 18 mesi
L’ex presidente del Varese 1910, il dirigente Montemurro e altri accusati di una maxievasione di Iva. Subito un brutto colpo per le difese

Dove eravamo rimasti? La domanda sorge spontanea quando si affronta l’assai tribolata vicenda giudiziaria che riguarda la dozzina e passa di amministratori (veri o occulti) del consorzio di cooperative Expo Job, tra i quali l’ex presidente del Varese 1910 Antonio Rosati, il suo braccio destro Vincenzo Montemurro e l’ex gloria calcistica varesina Bruno Limido, ora sotto processo a Milano con l’accusa di aver messo in piedi un’associazione per delinquere per evadere 68 milioni di euro di Iva e violare la legge Biagi ai danni di un centinaio di lavoratori, individuati come parte offesa.
In effetti, da quando il gup Giuseppe Gennari ha disposto il rinvio a giudizio degli imputati ad oggi è trascorso oltre un anno e mezzo praticamente senza che il processo sia mai entrato nel vivo. Colpa di ben tre cambi di composizione del collegio giudicante. Ora che la prima sezione del Tribunale penale di Milano sembra abbia finalmente trovato il suo assetto, le cose dovrebbero andare per il verso giusto. Quantomeno più speditamente. A certificare il cambio di passo, l’avvio dell’istruttoria dibattimentale, che partirà martedì prossimo con l’audizione dei testi del pm Maurizio Ascione, e cioè i militari della Guardia di Finanza che hanno scoperto il modus operandi della presunta associazione per delinquere. Associazione che avrebbe agito attraverso un’articolata rete di cooperative usa e getta (in modo da evitare i controlli fiscali e tributari) attive anche e soprattutto a Malpensa nei settori della logistica, dei trasporti e del facchinaggio e che avrebbe fatto largo uso di fatture per operazioni inesistenti.
Tra i suoi primi atti, il nuovo collegio giudicante, presieduto dal giudice Andrea Ghinetti, ha inferto un duro colpo alle velleità difensive di Rosati e Montemurro e di tutti gli altri coimputati. Prendendo una decisione opposta e contraria a quella prese in precedenza dal gup Gennari, il Tribunale «ha disposto l’acquisizione» e «ha indicato come utilizzabili gli atti e i documenti prodotti dal pm Ascione» e raccolti come attività amministrativa nel 2013 nel corso dei propri accertamenti dagli ispettori dell’Agenzia delle Entrate. Una documentazione, fatta di fotocopie di mail che documentano i flussi finanziari della mezza dozzina di cooperative finite nel mirino degli investigatori, che altro non sarebbe se non la prova più efficace dell’attività sistematicamente preordinata all’evasione dell’Iva da parte del consorzio Expo Job.
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